La riforma del lavoro continua a tenere banco nel dibattito politico. E le polemiche imperversano soprattutto a sinistra. "O politici e tecnici convincono insieme il paese o sotto la pelle del paese ce n'è abbastanza per prendere a cazzotti politici e tecnici". Con questa frase Pierluigi Bersani, oggi a Lisbona, replica al presidente del Consiglio Mario Monti, che aveva parlato del "consenso" per il governo dei tecnici ma non per i partiti.
Bersani non ha gradito la frase di Monti. Parla di dibattito stucchevole tra politica e tecnica. Per il leader del Pd simili discorsi sono come il battibecco tra i polli di Renzo. "Quando sento la parola partiti - spiega Bersani - non mi trovo. Io ho un nome e un cognome e mi chiamo Pd e sto cercando, correndo rischi seri, di collegare il sostegno al governo con la sensibilità verso un paese ammaccato e profondamente segnato dalla crisi e dagli effetti delle politiche di risanamento". La gente, ribatte Bersani, "viene da noi, io sono fermato per strada e mi si chiede conto dell’azione di governo".
E sui licenziamenti puntualizza...
Bersani contraddice la motivazione con cui Monti giustifica la modifiche all’articolo 18: "Non è vero, stiamo parlando di cose di cui non si conosce la concretezza. non credo che non si assuma perché non si licenzia abbastanza.
Se guardo le statistiche - sostiene Bersani - si vede che in Italia il distaccamento dal lavoro è più semplice che altrove, come ad esempio in Spagna. Non serve drammatizzare, ne discuteremo in parlamento come successo per gli altri provvedimenti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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