Ecco l'effetto Penati: ora Bersani evita Sesto

Il leader Pd e Penati erano "pappa e ciccia". Ma, dopo il caos delle tangenti rosse, non si è più fatto vedere nella Stalingrado d'Italia

Ecco l'effetto Penati: ora Bersani evita Sesto

Un fantasma s’aggira per Sesto san Giovanni. È quello di Pierluigi Bersani, il segretario del Pd che se ne sta alla larga dall’ex Stalingrado d’Italia, dove i candidati della sinistra implorano inutilmente un suo comizio. Perché Bersani di mettere la faccia nel feudo rosso, il coraggio non ce l’ha. Soprattutto dopo le indagini dei magistrati di Monza sul verminaio di tangenti e imprenditori taglieggiati o corruttori, ma sempre nel nome della falce e mazzetta che potrebbe aver abbondantemente foraggiato le diverse declinazioni del Partito comunista, oggi diventato Pd. Perché il filo «rosso» del sistema Sesto potrebbe essere l’uomo forte dei comunisti prima e dei post comunisti poi, quel Filippo Penati che di Bersani è stato il responsabile delle primarie del Pd e per premio capo della segreteria politica. Difficile dire che i due non fossero pappa e ciccia. E visto che qualcuno da quelle parti «pappava» (e pappava parecchio sui piani di recupero delle ex aree Falck), il timore di incrociare Penati deve aver consigliato a Bersani prudenza. E così quando è arrivato a Como e Monza per la benedizione ai candidati, Bersani a Sesto non s’è visto. Facile far le prediche agli altri, meno avere il coraggio di farsi vedere con Penati o Pasqualino Di Leva, l’ex assessore oggi rimosso (in tutti i sensi) dai compagni del Pd. Che, invece, ci son rimasti male a vedersi così snobbati da lider màximo. «Caro Bersani», gli ha scritto Vito Romaniello, sconfitto alle primarie da Monica Chittò, ma oggi in lista per un posto in consiglio, «a Sesto è venuto a farci visita Angelino Alfano, Nichi Vendola e persino Beppe Grillo. Non posso e non voglio pensare che lei sia il grande assente. Aspettiamo fiduciosi». Nessuna risposta.
«Bersani - lo ha stuzzicato su Twitter il governatore Roberto Formigoni - sei stato a Monza. Perché non sei passato da Sesto che è a due passi? Paura d’incontrare vecchi compagni come Penati?». E poi. «Bersani, taci su scandali Pd a Piacenza. Eppure è indagato il tuo amico Carini, consigliere regionale del Pd. Perché non fai chiarezza?». Ieri poi la ricerca Datamonitor con Formigoni al decimo posto tra i governatori e in calo di 2,5 punti nel gradimento dei cittadini (51,7%).

«Nelle prime posizioni figurano due colleghi - replica Formigoni alludendo a Vasco Errani e Raffaele Lombardo - della cui innocenza sono certo, che sono da tempo al centro di indagini della magistratura e che hanno anche ricevuto regolari avvisi di garanzia. Ma nei loro confronti, e ne gioisco, non si è scatenata nessuna campagna scandalistica».

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