Ecco le tappe che portano al nuovo governo

Ecco le tappe e le date che porteranno all'insediamento di un nuovo governo passando per l'elezione del presidente della Repubblica

Ecco le tappe che portano al nuovo governo

Adesso cosa succede? È la domanda che più ricorre nella mente degli italiani e dei politici. Al momento sono diverse le ipotesi e poche le certezze. Di sicuro c'è solo il timing: dalla proclamazione dei risultati elettorali alla nascista della diciassettesima legislatura e all'insediamento del nuovo governo. Nel mezzo c'è l'elezione del presidente della Repubblica. La conclusione del percorso istituzionale è attesa entro il 20 maggio.

Si parte l'11 marzo quando apriranno a Montecitorio e a Palazzo Madama i centri di accoglienza che riceveranno le tante matricole e i parlamentari rieletti. Foto di rito ed emissione del tesserino di parlamentare. Il 15 marzo ci sarà la prima seduta che deve essere convocata entro venti giorni dalle elezioni. La data del 15 marzo è quella prevista dal decreto con cui il presidente della Repubblica ha sciolto le Camere convocando i comizi elettorali.

Nella prima seduta dovrà essere risolto il nodo delle "opzioni", ossia la scelta della circoscrizione per i deputati eletti in più luoghi. A presiedere la seduta di Montecitorio sarà il vicepresidente rieletto più anziano per carriera parlamentare; a Palazzo Madama toccherà al senatore più anziano per età.
Alla Camera la presidenza provvisoria dovrebbe quindi andare a Antonio Leone (Pdl), mentre al Senato lo scranno più alto dovrebbe spettare a Giulio Andreotti che però potrebbe rinunciare passando la mano ad Emilio Colombo.

Il primo compito delle nuove Camere sarà quello dell'elezione dei rispettivi presidenti. Nelle ultime sei legislature il presidente della Camera è stato eletto il giorno successivo all’inizio della legislatura. Più o meno analoga è la situazione per il Senato. A Montecitorio l’elezione scatta nei primi tre scrutini solo se si raggiunge la maggioranza dei 2/3; a partire dal quarto è sufficiente la maggioranza assoluta, di cui il Pd dispone. È dunque prevedibile che, in mancanza di accordi nelle prima tre votazioni, il presidente della Camera possa essere eletto sabato 16 marzo a maggioranza assoluta.

Quanto al Senato, nei primi due scrutini per eleggere il presidente serve la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato. Qualora non si raggiunga questa maggioranza, si procede, nel giorno successivo, ad una terza votazione nella quale è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando tra i voti anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato questa maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che prende più voti. A parità di voti è eletto il candidato più anziano di età.

Entro il 18 marzo i parlamentari devono dichiarare a che gruppo aderiscono. I gruppi sono convocati il 20 marzo per eleggere i rispettivi presidenti. Il 21 marzo, una volta eletti i presidenti dei due rami del Parlamento e costituiti i gruppi parlamentari con i rispettivi capigruppo, ci saranno tutti gli interlocutori del Capo dello Stato richiesti dalla Costituzione per le consultazioni che porteranno alla nomina del presidente del Consiglio. Consultazioni che potrebbero prendere il via dal 21 marzo.

Napolitano tenterà di conferire un incarico prima di Pasqua, che cade il 31 marzo. Una cosa è certa: il presidente della Repubblica deve fare di tutto per far nascere un nuovo governo e deve dare un incarico. Ma, visto che si trova nel "semestre bianco", non potrà sciogliere le Camere, nemmeno nel caso di mancato accordo sul nuovo governo; una facoltà di cui potrà avvalersi soltanto il suo successore alla Presidenza della Repubblica.

Infine, per il 15 aprile dovrà arrivare la convocazione del Parlamento in seduta comune per eleggere al Quirinale il successore di

Napolitano, il cui mandato scadrà il 15 maggio. La seduta comune potrebbe essere convocata per i primi di maggio, in modo da consentire ai Consigli regionali di eleggere i grandi elettori che le rappresenteranno.

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