Effetto Schlein, ma al contrario: in Friuli il nuovo Pd va peggio di Letta

Alle Politiche disastrose dello scorso 25 settembre il Partito Democratico aveva preso 2 punto percentuali in più. E anche alle scorse Regionali del 2018 andò meglio di adesso

Effetto Schlein, ma al contrario: in Friuli il nuovo Pd va peggio di Letta

Altro che effetto Schlein. Il primo "test su strada" della nuova segretaria del Partito Democratico racconta di un risultato elettorale disastroso che fa (addirittura) rimpiangere i vituperati Letta e Martina. Il Pd, infatti, riesce a totalizzare in Friuli Venezia Giulia un dato numerico non solo peggiore di quello ottenuto alle Politiche del 25 settembre 2022, ma anche rispetto a quello che collezionò alle ultime Regionali tenute nell’aprile 2018: sia a livello di percentuale sia per quanto riguarda i voti assoluti.

Il nuovo corso della Schlein resta fermo al palo

Le schede scrutinate non mentono. Cinque anni fa il Partito Democratico prese in Regione il 18,1% (poco più di 76mila voti) e il candidato presidente che sosteneva, Sergio Bolzonello, toccò il 26,8% ma fu comunque doppiato da Massimiliano Fedriga. La percentuale ottenuta dalla lista dem alla Camera dei Deputati in Friuli Venezia Giulia, poco più di sei mesi fa, fu pressoché identica: 18,4% ma con 108.870 consensi. Insomma: nel pieno marasma post votazioni per il rinnovo del Parlamento del 2018 e nel flop più clamoroso in cui crollò a livello nazionale - nel 2022 - il Pd è riuscito a fare meglio di quello comandato adesso dalla tanto declamato Elly Schlein. L'ex parlamentare europea, dopo la sua vittoria alle primarie dello scorso 26 febbraio e con la sua sola presenza in un comizio elettorale a Trieste, avrebbe dovuto ribaltare completamente le sorti della Regione. E invece, i numeri sono a dir poco impietosi: all’ultima apertura delle urne, i dem fanno segnare un timido 16,5%: meno di 65mila preferenze. Con tanti saluti al fantomatico "effetto Schlein".

L'alleanza giallorossa non funziona per niente alle Regionali

Stando solamente a questo 2023, per la terza volta su tre i piddini dovranno nuovamente (e insistentemente) leccarsi le ferite, come ha recentemente ricordato il leader della Lega, Matteo Salvini: "E dopo le vittorie di inizio 2023 in Lombardia e nel Lazio, oggi arriva la terza! Grazie Friuli Venezia Giulia!". In generale, invece, arriva la quinta sconfitta consecutiva alle Regionali per l'opposizione di sinistra. L'inversione di tendenza nei confronti del dominio che del centrodestra - dopo il successo stratosferico all'elezione del rinnovo dei componenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica - non c'è per niente stato. Anzi.

Non si sa se dipende da questa alleanza tutta sgangherata con il Movimento 5 Stelle (in caduta libera al 2,4%) - in coppia hanno collezionato il pokerissimo di sconfitte su cinque partecipazioni con lo stesso candidato presidente regionale - o se dallo scarso impatto della nuova paladina dei radical-chic che, in un mese abbondante di comando al Nazareno, ha sbagliato tutte le mosse politiche possibili. Resta comunque il fatto che, pur cambiando i segretari, il Pd resta ancorato a una sola certezza: la sconfitta.

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