Come si fa a soddisfare la lista dei desideri per Natale dei figli, in un periodo di crisi in cui le risorse economiche a disposizione sono sempre meno? E magari evitare musi lunghi - o, peggio, sfuriate e pianti a dirotto - dopo che avranno scartato i pacchi sotto l'albero? Premesso che una formula magica non esiste, abbiamo chiesto qualche consiglio a un'esperta della materia, tata Lucia Rizzi. La più nota bambinaia della tv ci ha aiutato così a stilare le dieci regole da seguire per far vivere ai più piccoli (e di conseguenza anche ai genitori) un Natale sereno. È una semplificazione, è ovvio, ma sono norme di buon senso che ogni tanto vale la pena ricordare. Prima regola: coinvolgere i bambini nell'allestimento dell'albero, del presepe, delle decorazioni. In fondo è un gioco, ma diverso da quelli che si fanno nel resto dell'anno, e quindi è utile a creare un'atmosfera di festa. Perché uno dei punti chiave sta proprio nell'«aria che tira» in casa. «Non bisogna brontolare - spiega tata Lucia -, lamentarsi dicendo frasi del tipo: devo ancora fare i pacchetti. Se il Natale viene vissuto con entusiasmo prima di tutto dagli adulti, persino il bambino che ha un carattere da bastian contrario risentirà positivamente del clima che lo circonda».
Ecco perché una buona abitudine può essere quella di guardare assieme ai figli i classici della cinematografia dedicata al Natale, «per esempio il bellissimo Miracolo nella 34esima strada», come tata Lucia consiglia anche nel suo ultimo libro, I segreti delle famiglie felici. O leggere loro fiabe e racconti a tema: «Quando i miei figli erano piccoli - oggi hanno a loro volta dei bambini - cominciavo dal primo di dicembre a leggerne per loro uno a sera. Un po' di tutto, dal Canto di Natale di Dickens alle poesie, il repertorio è vastissimo». Insomma bisogna «creare la magia, giocando anche sull'attesa e sulla curiosità: "Chissà che cosa ti porterà Babbo Natale?"». I bambini di oggi, aggiunge Lucia Rizzi, proprio perché «nativi digitali», «apprezzano molto le cose semplici, perché non sono abituati a vederle: per stupirli basta, ad esempio, far trovare loro al mattino un bel fiocco rosso vicino al letto».
E se poi i figli non ricevono tutto ciò che desiderano? «Occorre fare un lavoro di "preparazione": ai più piccoli diciamo che Babbo Natale "sceglierà" dalla lista uno dei regali indicati. E se ci chiedono il motivo va bene rispondere che "lui ritiene giusto così"». Se sono più grandi, tra i 7 e i 14 anni, il discorso si complica: oggi vogliono lo smartphone, che costa la metà di uno stipendio medio. Come fare? «In questo caso è opportuno che acquisiscano senso di responsabilità di sé: devono capire che i doni ricevuti sono commisurati alla situazione economica generale della famiglia. E che non sempre si tratta di spese giustificate dalle esigenze reali». L'incubo di ogni madre è che il bambino pianti dei capricci dopo lo "spacchettamento" del regalo. «La reazione migliore - dice tata Lucia - è non fare dell'ironia, né condannare questa emozione, ma nemmeno scusarsi».
Il concetto dev'essere: «Capiamo la tua delusione, l'arrabbiatura», ma i genitori non devono neanche consentire ai figli di instaurare una sorta di «regime del terrore», consentendo che un singolo episodio «turbi il clima generale di casa, che deve restare sereno». E quando rivelare che Babbo Natale non esiste? «Mai, tanto è la vita che glielo farà gradualmente scoprire». Mamme e papà d'Italia, in bocca al lupo.twitter @giulianadevivo
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