"Fa guerra ai poveri”, “Sequela di menzogne”. L’ultimo show anti-Meloni di Conte

Il leader pentastellato si scaglia contro l'esecutivo sul Mes: "Non sanno leggere le date, solo menzogne". Poi l'accusa a Meloni: "Sa fare solo guerra ai poveri"

"Fa guerra ai poveri”, “Sequela di menzogne”. L’ultimo show anti-Meloni di Conte
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La politica “urlata” del primo Movimento 5stelle, tipica di quel non-partito guidato da Beppe Grillo, torna di stretta attualità. La gara a chi grida più forte la vince, senza ombra di dubbio, Giuseppe Conte. Il leader pentastellato, solo nelle ultime settimane, è una mitraglietta di accuse ad personam. Nell’ultima intervista a DiMartedì su La7, l’ex avvocato del popolo è tornato a colpire il suo bersaglio “preferito”: il governo di centrodestra e Giorgia Meloni.

Lo show di Conte

Dal Mes alle politiche del governo Meloni, passando perfino sull’invito ad Atreju, l’ultimo delirio di Conte è uno show anti-governativo fuori misura. L’ex presidente del Consiglio, intervistato per l’occasione da Giovanni Floris, comincia dal suo argomento di battaglia, il meccanismo europeo di stabilità. Dopo l’ultima chiassata, la richiesta dello stesso Conte dell’istituzione di un giurì d’onore contro le parole pronunciate in Aula da Giorgia Meloni, il numero uno grillino torna all’attacco.

“Ha accumulato una sequela di menzogne davvero impressionante, ha detto che non c'è stato dibattito parlamentare, che abbiamo agito con il favore delle tenebre e quando eravamo dimissionari con gli scatoloni già pronti. È una sequela così dolosamente preordinata di menzogne – afferma il presidente del M5S - che ne risponderà davanti a una commissione, perché noi non possiamo dar vita a questo precedente”.

Le accuse a Meloni

Perfino davanti all’evidenza e alle domande di Floris, Conte ribadisce che il Mes è stato approvato nel 2020 con un dibattito parlamentare regolare. Insomma, il contrario di quanto sostiene Meloni che invece ha mostrato come il governo 5stelle avesse dato il via libera al Mes nel gennaio 2021, quando Conte era già dimissionario. Niente da fare, la narrazione del Movimento è precostituita: “Ma stiamo scherzando – sbotta Conte - c'è stato un dibattito parlamentare nel dicembre 2020 e anche quell'ordine, meramente esecutivo e dato da Di Maio al rappresentante, è stato fatto quando eravamo ancora al governo, prima delle dimissioni. È il metodo Delmastro – accusa con sprezzo del ridicolo - sono andati lì a cercare nei cassetti dei vari ministeri qualche foglio che pensavano compromettente, non lo sanno neppure leggere, neppure le date, e lo hanno utilizzato per colpire un avversario politico".

Lo stesso refrain accusatorio che utilizza nei confronti della leader di Fratelli d’Italia e della kermesse appena conclusa di Gioventù Nazionale. “Ci hanno provato ad invitarmi, ma quando hanno visto la mia disponibilità hanno ritrattato, questa è la verità”. Retroscena a parte, il leader pentastellato ha una strana concezione di confronto.

Sulle politiche messe in atto dall’esecutivo, ad esempio, il giudizio di Conte è demagogia pura. “Meloni – ha sentenziato l’ex premier – sa fare solo guerra ai poveri”. Tradotto: è il solito delirio targato Movimento 5stelle.

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