"Giurì d'onore contro Meloni": l'ultimo delirio di Conte

Il capo politico del Movimento 5 Stelle, per riconquistare lo scenario mediatico, convoca a sorpresa una conferenza stampa in cui annuncia di avere chiesto una Commissione d'indagine per le frasi della premier sul Mes

"Giurì d'onore contro Meloni": l'ultimo delirio di Conte
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Giuseppe Conte, in palese difficoltà comunicativa e alla ricerca di una visibilità mediatica smarrita, tenta di uscire dall'enpasse in cui si è ritrovato e sfodera la carta a "sorpresa": la richiesta dell'istituzione di un giurì d'onore contro le recenti parole pronunciate in Parlamento da Giorgia Meloni. Il leader del Movimento Cinque Stelle lo annuncia nel corso di una conferenza stampa convocata ad hoc nella scorsa notte in modo da accertare quelle che lui chiama "menzogne denigratorie" del presidente del Consiglio. Sia il presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, sia il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, sono stati informati preventivamente.

Le accuse di Conte

Tutto parte dal discorso che il capo del governo aveva tenuto la scorsa settimana sia alla Camera sia al Senato, in visto del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre a Bruxelles, quando - a proposito della ratifica del Mes - la Meloni aveva dichiarato: "Lo ha fatto il governo Conte, lo ha fatto senza mandato parlamentare e il giorno dopo essersi dimesso, quando era in carica solamente per gli affari correnti, dando mandato a un ambasciatore, firmato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, senza che ne avesse il potere, senza dirlo agli italiani e con il favore delle tenebre". Subito dopo si era scatenato un vespaio di polemiche, scaturite dallo stesso Conte che era arrivato addirittura ad autoinvitarsi alla festa di Atreju per potere dibattere proprio sul Fondo salva Stati.

Adesso l'ex presidente del Consiglio torna alla carica e tuona: "Io ho appena consegnato al presidente Fontana una richiesta di istituire un giurì d'onore e una commissione deputata ad accettare le menzogne denigratorie e la dolosa condotta di Giorgia Meloni che ha offeso l'intero mio gruppo che sulla questione del Mes - spiega Conte - ha sempre assunto posizioni per quanto sofferte ma chiare, ha danneggiato Italia e umilia il Parlamento. Non lo possiamo accettare ed è un precedente che non può essere derubricato come dialettica politica, sventolando un foglio che esso stesso smentisce il dichiarante". L'obiettivo, secondo i pensieri di Giuseppe, è quello quindi di "ristabilire la verità dei fatti e ripristinare l'onore minato". Un onore minato, probabilmente, anche dal fatto di essere rimasto completamente fuori dai due dibattiti politici andati in scena lo scorso finesettimana e organizzati rispettivamente da Fratelli d'Italia e Partito Democratico. In serata una nota della Presidenza della Camera dei deputati ha fatti sapere che il "Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, come da prassi, ha dato indicazione di svolgere la verifica in ordine ai presupposti regolamentari necessari per dare riscontro all'istanza formulata".

"No a Schlein federatrice"

Al Giurì viene solitamente assegnato un termine per riferire all'Assemblea sugli esiti della sua attività. Della relazione del Giurì l'Assemblea si limita a prendere atto, senza dibattito nè votazione. In ogni caso da Conte arriva anche una stoccata pesante al Partito Democratico all'idea di indicare un federatore.

Secondo Romano Prodi questo ruolo dovrebbe essere rappresentato da Elly Schlein, ma il capo del M5s non è particolarmente d'accordo: "Schlein federatrice? Io mi auguro che lo sia, che sia una grande federatrice delle correnti del Pd". Questo perché lei "ha proprio bisogno di fare chiarezza al proprio interno. Per quanto riguarda il Movimento, non abbiamo bisogno di nessun federatore".

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