"Macchina del fango". I commenti del giorno successivo alla trasmissione di Santoro si possono compendiare così. Il conduttore di Servizio Pubblico è tornato a servire il suo piatto forte fatto di illazioni e insinuazioni. Il tutto condito dalla sua eterna ossessione: denigrare Berlusconi, magari anche frugando sotto le sue coperte. Dai pentiti patacca (vedi Massimo Ciancimino) si è passati ai "pentiti delle mutande" - per citare Maurizio Belpietro. Dal pulpito santoriano parla Michelle Bonev, nome d'arte di Dragomira Boneva, attrice di origini bulgare, un tempo molto stigmatizzata dalla sinistra e ora tornata alla ribalta grazie alle sue dichiarazioni su Silvio Berlusconi e Francesca Pascale.
Disservizio pubblico è l'hashtag che è stato creato su Twitter. Oltre alle numerose critiche dalla rete, il Pdl è insorto. "Se questo è giornalismo... La trasmissione di Santoro ieri sera ha toccato davvero il fondo. L’intervista alla Bonev, creata ad arte, era pensata e finalizzata unicamente per gettare fango e discredito sul presidente Berlusconi", ha tuonato il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani, chiedendosi se "non sia opportuno in questo caso anche un intervento deciso dell’ordine professionale, a tutela del pubblico e contro chi ha ideato e mandato in onda simili volgarità".
"Santoro inaugura la stagione di nuovi veleni contro Silvio Berlusconi perché è convinto che le elezioni sono alle porte e il centrodestra potrebbe oggettivamente vincerle, pertanto vuole impedirlo gettando fumo negli occhi agli italiani, oppure non riesce proprio a resistere al richiamo della foresta di "cianciminiana" memoria, prestandosi a fare da megafono a qualsivoglia congettura e illazione?", ha dichiarato la portavoce del gruppo Pdl alla Camera dei deputati Mara Carfagna. Rincara la dose il deputato del Pdl, Antonio Leone: "La discarica "Servizio pubblico" ormai è colma. La monnezza penso che Santoro se la debba scaricare nel giardino della sua sontuosa villa".
"Al peggio non c’è mai limite. Santoro, al cattivo gusto non c’è mai fine. Il messaggio diseducativo che proviene, netto, dall’antigiornalismo di Michele Santoro è raccapricciante. Pur di attirare l’attenzione, alla stregua di un serial killer dell’informazione, non esita a collezionare omicidi mediatici. La puntata di stasera di Servizio Pubblico costituisce un fulgido esempio di come non si deve fare televisione", ha affermato Francesco Paolo Sisto (Pdl), presidente Commissione Affari Costituzionale Camera."La nostra storia e la storia del presidente Silvio Berlusconi non potrà mai essere sporcata da un giornalismo qualunquista e volgare che utilizza presunti gossip e personaggi discutibili", aveva commentato ieri sera Angelino Alfano. Tagliente Daniela Santanché: "Santoro vero utilizzatore finale. Andrebbe indagato per sfruttamento della prostituzione". "Fango mediatico, spettacolo barbaro, macelleria televisiva" ha chiosato Renato Brunetta, "Non è giornalismo ma una cloaca", ha detto Luca d'Alessandro. "Ormai Santoro è uscito dal giornalismo per confermarsi il rigattiere della vergogna. Finirà col vendere le divise usate di Vauro a Porta Portese. La sua trasmissione di ieri ha superato ogni record di disgusto. Utilizzare personaggi patetici in evidenti difficoltà in quel modo dimostra che siamo da tempo oltre il giornalismo e l’informazione per dar luogo ad aggressioni che usano ingredienti improbabili, incredibili ed ignobili", ha affermato il senatore Pdl Maurizio Gasparri. Un altro effetto della puntata di Santoro è stata la richiesta di risarcimento danni da 10 milioni di euro da destinare interamente alle case-famiglia di Napoli. A chiederlo, secondo quanto riporta il Corriere della sera, è Francesca Pascale a Michele Santoro, Michelle Bonev e Urbano Cairo, editore di La7.
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