La vicenda di Simone Lenzi è nota. Interprete della vecchia sinistra toscana, qualche giorno fa si è dimesso da assessore alla Cultura di Livorno perché al sindaco - un ircocervo eletto con il sostegno di Pd, Avs e +Europa - non sono piaciuti alcuni suoi tweet ironici, considerati transfobici. Interessante il commento dell'epurato contro la nuova polizia del pensiero progressista: «Il narcisismo etico della sinistra ipocrita cancella la libertà di espressione». Aggiungendo: «L'unica cosa importante è posizionarsi in fretta dalla parte dei giusti e dei buoni».
Poi c'è il caso Marco Rizzo. Ultimo sopravvissuto, duro e puro, del Partito comunista, è bastato che dichiarasse che a lui piacciono le belle donne (l'ha detta un po' peggio, ma il senso è quello) e la sinistra di spocchia e di potere l'ha rinnegato in un woke. Quando poi ha aggiunto in un'intervista che «I veri discriminati sono gli eterosessuali», apriti cielo. Stefano Bonaccini, il mascellone del Pd, ha tuonato: «Quando il cerchio si chiude, passare dall'estrema sinistra all'estrema destra è un attimo». Scomunicato anche lui.
Senza dimenticare Vincenzo De Luca, dissidente anche di se stesso. Giorni fa ha detto: «Il Pd non è credibile per governare l'Italia».
La Segretaria, che lo considera un fascista, non vede l'ora di cacciarlo; ma finirà con l'andarsene via prima lui.Del resto, quando ti accorgi che la sinistra ha abbandonato la libertà e il confronto, puoi fare solo due cose. O rinunci alla libertà e al confronto. O abbandoni la sinistra.
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