Fiat, Marchionne ai manager "Manterremo gli impegni, ma da soli è impossibile"

L'ad ai dirigenti del Lingotto: "Non mollate, ma dobbiamo ripensare il modello di business". E chiede un aiuto a Italia e Ue: "Servono azioni per recuperare competività nazionale"

"Noi ci impegniamo a fare la nostra parte, ma da soli non possiamo fare tutto". Così Sergio Marchionne torna sugli investimenti della Fiat in Italia e sulle polemiche che hanno scaturito. Già qualche giorno fa l'ad del Lingotto aveva imputato alla crisi il calo della produzione degli stabilimenti italiani, ma in molti lo hanno accusato di cercare una scusa all'abbandono lento del Paese da parte dell'azienda torinese.

"È necessario iniziare da subito a pianificare azioni, a livello italiano ed europeo, per recuperare competitività nazionale", ha però ribadito oggi ai dirigenti Fiat, ai quali assicura: "Non ho mai smesso di occuparmi della Fiat e
non ho intenzione di farlo. Non ho alcuna intenzione di abbandonarvi". Oltre ad un aiuto da parte dell'Italia, però, Marchionne chiede una mano anche all'azienda: "Dobbiamo ripensare il modello di business al quale siamo abituati".

Sul piano per l'Italia aggiunge: "Possiamo e dobbiamo pensare al settore dell'auto in Italia con una logica diversa orientandolo in modo differente e attrezzarlo perchè diventi un importante centro di produzione per le esportazioni fuori dall'Europa che per noi vuol dire soprattutto verso gli Stati Uniti".

E Marchionne manda anche una stoccata a Diego Della Valle, che nei giorni scorsi lo ha duramente criticato: "A volte mi sono chiesto se ne valga la pena, mi sono chiesto che senso abbia fare tutto ciò per un

Paese che non apprezza, che spera nei miracoli di un investitore straniero, che ci dipinge come sfruttatori incapaci. Ma poi mi sono reso conto che loro non sono la maggioranza e non sono certo la parte sana del Paese".

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