Viste le promesse mancate e gli annunci roboanti svaniti poi nel nulla, è difficile credere a quello che ha detto Fabio Granata parlando di vicine dimissioni di Gianfranco Fini da presidente della Camera. Ma forse questa volta, proprio perché a dare l'annuncio non è il diretto interessato, c'è qualche speranza in più di verità.
"Nei giorni scorsi ho scritto in un tweet di "impedimenti istituzionali". Non dico che Fini deve dimettersi, ma è chiaro che l’incarico istituzionale lo blocca. Deve tornare in campo con un ruolo centrale, essere lui a guidare l’innovazione, non Casini. A settembre deve valutare l’ipotesi delle dimissioni da presidente della Camera", ha dichiarato Fabio Granata, esponente di Futuro e Libertà, ai microfoni della Zanzara su Radio 24.
"Il mio leader è Fini, e comunque non c’è bisogno di un nuovo partito, bastano quelli che ci sono che fanno un’alleanza. Io non sono nato democristiano e non voglio morire democristiano. Noi siamo incompatibili con le logiche del vecchio centrodestra. A Palermo se ci dovesse essere un ballottaggio tra Costa e Orlando, voterei per Orlando, senza dubbi. E lo stesso vale per Ferrandelli. In ogni caso mai con Massimo Costa"., ha continuato Granata.
Insomma, il falco di Fli chiama alle armi il suo leader e lo invita ad alzarsi dallo scranno di presidente della Camera, per tuffarsi nella campagna elettorale.
Dopo essere rimasto sulla poltrona di Montecitorio mentre picconava la coalizione di maggioranza, dopo aver promesso di lasciare "quando lascerà Silvio Berlusconi", dopo aver schivato il caso Montecarlo, forse il momento delle dimissioni è vicino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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