Alle 7.30 del mattino nella sede della Provincia di Varese ci sono gli uscieri e gli addetti alle pulizie. L’intento del presidente Dario Galli, membro del Cda di Finmeccanica, di Roberto Maroni e dell’ad della holding pubblica Giuseppe Orsi, era proprio quello di incontrarsi senza suscitare clamori. Ma Varese è piccola e i tre vengono avvistati. Alle 10 tutti sanno, e così all’ora di pranzo tocca dare una spiegazione: «La sede dell’incontro era istituzionale: nulla di carbonaro, solo uno scambio di informazioni per definire la linea difensiva».
Non è stato un incontro facile, comunque. Per tutto il giorno, a Varese è girata persino la voce che Maroni abbia valutato l’opportunità di chiedere le dimissioni a Orsi, e che addirittura il passo indietro sarebbe arrivato entro sera. «Assurdo, sarebbe un’ammissione di colpevolezza» ha smentito lo staff di Maroni. In verità, pare che Bobo abbia voluto sapere se ci sia anche solo il minimo dubbio che dirigenti magari di seconda fila abbiano potuto trarre vantaggi illeciti, e abbia chiesto chiarimenti sulla partita di AgustaWestland dietro alla quale i pm ipotizzano una tangente di 10 milioni al Carroccio. Dicono che Orsi è uomo di tutti, da Bossi a Maroni, e che la sua nomina in quota Lega sia stata decisa proprio per «padanizzare» Finmeccanica, dalle assunzioni ai contratti coi fornitori. Ma, annotano i bene informati, «se scoprisse illeciti Bobo ci metterebbe un attimo a scaricare Orsi». Lui, Bobo, ieri l’ha messa così: «Con Orsi non ho alcun rapporto particolare. Lui è stato indicato e ha lavorato bene. Io non ho sponsorizzato nessuno, sostengo le persone che valgono dentro e fuori la Lega, e Orsi non è certo della Lega».
Come che sia, a metà pomeriggio la linea difensiva era concordata. Trincea: «Basta con le illazioni basate sul nulla, e anche i giornali hanno rotto i c...» si è sfogato Maroni coi suoi. Il sospetto, a parte il colpo di grazia al Carroccio a due settimane dalle Amministrative, è che il vero obiettivo sia lo spacchettamento di Finmeccanica, come ha detto ieri Maroni a Repubblica. Non a caso, ieri sulla vicenda è intervenuto anche Corrado Passera: «Finmeccanica è un’azienda di grandissima importanza che sta attraversando un periodo complicato di ristrutturazione e rilancio - ha detto il ministro dello Sviluppo - un avviso di garanzia non è una buona giustificazione per destabilizzare un’azienda».
Dal canto suo, Orsi si è detto «esterrefatto per il modo in cui la mia credibilità personale e professionale, acquisita in 40 anni di lavoro riconosciuto nel mondo, venga messa in discussione con tanta superficialità da semplici dichiarazioni per sentito dire, totalmente infondate», subito prima di smentire che le sei Maserati in uso al gruppo siano frutto di appalti: «A seguito della sottoscrizione, da parte del gruppo Fiat, di un contratto per l’acquisto di un elicottero AgustaWestland in sostituzione di un elicottero francese, AgustaWestland ha acquistato sei Maserati da Fiat, per svolgere compiti di rappresentanza con auto italiane in sostituzione di auto straniere. Nel giugno 2008 AgustaWestland ha venduto tre delle sei vetture alla Service Car srl, che svolge il servizio di trasporti per la stessa AgustaWestland e che, pertanto, ha tra i suoi dipendenti anche gli autisti che accompagnano l’amministratore delegato e altri manager e ospiti del gruppo».
Trincea, appunto. Nella quale ieri è entrata anche Cl, smentendo le «incredibili accuse di tangenti da Finmeccanica». Di più ha fatto la Lega, che ha dato mandato ai suoi legali di avviare azioni «sia civili sia penali» contro chiunque associ il nome partito a vicende di tangenti, con «un risarcimento non inferiore ai 10 milioni di euro».
Le querele sono state depositate: per calunnia nei confronti dell’ex responsabile relazioni istituzionali di Finmeccanica, Lorenzo Borgogni, per diffamazione contro Francesco Belsito, l’ex tesoriere che disse a Panorama di aver confezionato un dossier su Maroni.
Ieri Belsito è stato interrogato a Milano dai pm di Reggio Calabria sul filone fondi neri. In via Bellerio ancora aspettano di ufficializzare il passaggio di consegne con il nuovo tesoriere Stefano Stefani: nei giorni scorsi ci sarebbe dovuto essere un incontro tra i legali della Lega e quelli di Belsito, che però l’avrebbe rinviato. Impedendo così ai nuovi contabili di accedere compiutamente ai documenti. Un modo per temporeggiare? Chissà. Non c’è un bel clima: l’investigatore privato assoldato da Belsito per «indagare» su Maroni ha trovato davanti all’ufficio due proiettili in un fazzoletto di carta.
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