"Fli con Idv e Fini premier" La proposta di Granata manda in tilt il partito

Pur di rimanere a galla, il vice coordinatore Fabio Granata propone un'alleanza Fli-Idv con Fini candidato premier e nel partito scoppia la bagarre

"Fli con Idv e Fini premier" La proposta di Granata manda in tilt il partito

Cosa non si fa pur di restare a galla. Se poi le acque sono anche agitate, ecco che si pensano gli scenari più improbabili per risalire la china ed evitare l'estinzione. E' questa la situazione di Futuro e Libertà. Un partito mai nato, abbandonato dagli alleati (vedi Casini) e superato (secondo gli ultimi sondaggi) anche da La Destra di Francesco Storace.

Una parabola discendente che rispecchia fedelmente quella del suo leader Gianfranco Fini, incatenato sullo scranno della presidenza della Camera e posto davanti all'eterno bivio: temporeggiare in attesa di scorgere possibili alleati per la rinascita o scendere in campo col rischio di accorgersi della propria impotenza politica.

Una mano sul da farsi ha provato a dargliela uno dei suoi colonnelli: Fabio Granata. Che sulle colonne del Fatto quotidiano ha lanciato l'idea di un accordo tra Fli e l'Italia dei valori di Di Pietro, non solo in Sicilia, ma soprattutto a livello nazionale. Naturalmente con Fini candidato premier.

A prescindere da come digerirà l'idea l'ex pm (non proprio avvezzo a farsi oscurare da altre figure politiche), il vice coordinatore di Fli è sempre più convinto che i due partiti siano entrambi di destra e abbiano molti punti in comune. A partire dalla "legalità come fulcro dell'azione politica" per arrivare alle possibili derive giustizialiste e forcaiole.

La rivoluzione granatiana non è stata però accolta bene da alcuni esponenti del suo partito, uno in particolare. Si tratta dell'eurodeputato Potito Salatto, membro dell’ufficio di presidenza nazionale di Fli, che ha accusato Granata di essere stato vittima di un colpo di sole. "L’ipotesi avanzata è del tutto personale e non ha alcun senso per tutti coloro che sino a oggi si sono impegnati in Futuro e Libertà. Il caldo torrido di questi giorni forse ha colpito anche Granata. Pertanto a lui formulo i miei migliori auguri di pronta guarigione, con il massimo della solidarietà umana di cui sono capace".

Il colonnello di Fli ha controbattuto rassicurando Potito Salatto "del mio perfetto stato di salute e gli auguro di rasserenarsi nella amata Grecia suo buon ritiro e, un tempo, provvidenziale rifugio durante la sua travagliata vita da democristiano. Ovviamente l’intervista al Fatto, come qualsiasi intervista, rispecchia opinioni e idee personali, a patto di averne: sensazione che il buon Potito non ha mai provato. Fli torni al Manifesto per l’Italia e Potito Salatto vada direttamente all’Udc o dove ritiene. Magari resti in Grecia e fondi un partito democristiano e montiano: sarà un successo".

Insomma, volano stracci all'interno del Fli. E se a ciò si aggiunge pure la dichiarazione di intenti resa dal deputato di Fli Deodato Scanderebech, ecco che la situazione si fa sempre più ingarbugliata. "Fli non è in ferie, ma sta lavorando intensamente per costruire la coalizione di responsabilità nazionale che comprende Udc, Fli, Lista Civica membri Governo, lista Montezemolo e lista ex Pdl. La vera novità nei prossimi mesi sarà la costituente della coalizione in cui Monti, Casini e Fini lanceranno il progetto programmatico nel percorso iniziato del risanamento e del rilancio dell’economia italiana".

Nonostante il leader dell'Udc abbia aperto ufficialmente al Pd (e ufficiosamente al Sel di Vendola), Scanderebech lo include in questa fantomatica coalizione, spiegando che "stiamo lavorando intensamente per costruire la coalizione di responsabilità nazionale che sarà il vero contenitore dei moderati, riformisti,cattolici e liberali di matrice patriottica ed europea che si ispira in pieno nel Ppe". Sarà. Intanto, un'analisi obiettiva e tranchant dello stato di salute del Fli l'ha fatta Filippo Rossi, direttore del Futurista.it, che ha denunciato il rischio di estinzione del partito.

"Invece di essere il motore della Terza Repubblica, Fli sta diventando il terreno di gioco per le piccole ambizioni locali e nazionali di qualche dirigente; invece di essere l’avanguardia del polo riformatore, rischia di apparire come la retroguardia delle nostalgie identitarie novecentesche; invece di presentarsi agli italiani con un profilo chiaro e con una road map per il futuro del paese, assomiglia ogni giorno di più a una orchestra stonata in cui ciascuno suona per sé".

Insomma, per il quotidiano on line di area finiana, la chiave per risorgere la detiene il presidente della Camera.

Che dovrebbe scendere in campo, irrompere sulla scena politica "con tutte le sue forze e metterci la faccia per garantire la loro rielezione in Parlamento". Considerato però che Fini è diventato il carneade della politica e che il Fli arriva a malapena all'1,8%, l'ipotesi appare quantomeno rischiosa.

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