Natale in famiglia, ma preso tra decine e decine di telefonate e qualche riunione. Ultima quella di ieri ad Arcore, con Silvio Berlusconi che continua a concentrare la sua attenzione sui club. D'altra parte, che su Forza Italia si sia ormai convinto a prendere tempo non è certo una novità. Anche perché, ripete a chi ha occasione di sentirlo, «ogni volta che propongo una soluzione per l'organigramma del partito mi ritrovo con diciassette veti» e «questa situazione non è più sostenibile». Impossibile, insomma, superare lo stallo. Tanto che il Cavaliere non nasconde l'intenzione di voler rinviare il capitolo nomine «a data da destinarsi». L'ex premier si concentra invece anima e corpo sui Club Forza Silvio, una struttura decisamente più snella e nella quale innestare quei «volti nuovi» a cui guarda da tempo.
Lo ripete durante una riunione ristretta a Villa San Martino cui partecipano, tra gli altri, Giovanni Toti (direttore di Studio Aperto e del Tg4, con ogni probabilità uno dei futuri coordinatori di Forza Italia), Annamaria Bernini (vicecapogruppo vicario al Senato, anche lei in corsa per diventare coordinatrice) e il responsabile Internet Antonio Palmieri. È l'occasione per fare il punto sulla situazione e per ragionare sulla kermesse in programma a Milano per domenica 26 gennaio, giorno del ventennale della nascita di Forza Italia (il discorso della discesa in campo andò in onda il 26 gennaio 1994). Una convention che potrebbe anche durare due giorni (iniziando sabato 25) e nella quale Berlusconi ha intenzione di far convergere club e partito affiancandoli formalmente. Per i Club Forza Silvio, insomma, sarebbe in qualche modo la formalizzazione di un ruolo centrale, al punto dall'essere affiancati a Forza Italia proprio nel giorno del ventennale. D'altra parte, lo schema che ha in testa l'ex premier è chiaro e l'ha ripetuto anche ieri ad Arcore: i club devono concentrarsi sul territorio, convincere le persone e arruolare difensori del voto e rappresentanti di lista (il cosiddetto front office) mentre il partito deve svolgere funzione di coordinamento e di fund raising (il back office). «Siamo già arrivati a 6.800 Club Forza Silvio - spiega il Cavaliere in una delle tante telefonate della giornata - ma il nostro obiettivo è quota dodicimila».
Un Berlusconi attivissimo sulla macchina organizzativa, dunque. Ma che preferisce restare invece alla finestra sull'affondo a Giorgio Napolitano che arriva da Forza Italia. Che l'ex premier sia critico verso il Colle non è certo una novità e anche in questi giorni in privato si è spinto a definirlo «un uomo solo al comando» che «ha ormai varcato tutti i confini imposti dalla Costituzione». Pubblicamente, però, tace. E quando l'ex deputato Giuseppe Moles lancia la campagna «il 31 dicembre spegni il presidente e manda in onda il tricolore» non è lui a sollecitare adesioni. Quella di Moles è una «iniziativa di dissenso pacifico» con cui si invita a non ascoltare il messaggio di fine anno di Napolitano. Subito aderiscono in molti, da Daniele Capezzone a Giancarlo Galan passando per Augusto Minzolini. E molte sono le voci critiche verso il Colle che si alzano in Forza Italia, tra cui Daniela Santanché, Mara Carfagna e Renato Brunetta (che dalle colonne de Il Mattinale picchia duro da giorni). Berlusconi resta a guardare, consapevole del rischio di aprire in prima persona un fronte tanto caldo.
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