"Forza Italia ricostruirà il fronte dei moderati"

L'appello di Toti agli astensionisti: "Se ti giri e lasci che gli altri scelgano per te la politica può solo perggiorare"

"Forza Italia ricostruirà il fronte dei moderati"

Roma - «Silvio Berlusconi resterà in campo a lungo, vuole ricostruire il fronte dei moderati. Tante volte coloro che hanno celebrato il suo funerale politico hanno finito per scomparire dalla scena». Giovanni Toti, capolista per Forza Italia nella circoscrizione Nord-Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta), spende sul territorio le ultime energie della sua prima campagna elettorale. «È dura», ammette «molto più che fare il direttore, ma il contatto con la gente è un'esperienza unica».

Direttore, qual è la richiesta più forte che arriva dal popolo dei moderati?
«Quella di una buona politica. Forza Italia sta iniziando una nuova stagione e vuole recuperare il progetto liberale delle origini. Con le liste delle Europee abbiamo iniziato un percorso, ma ci sono tante risorse ad esempio a livello locale a cui abbiamo il dovere di dare spazio. Per questo dopo il voto con il presidente Berlusconi apriremo un dialogo forte con tutti i territori».

Avreste voluto una maggiore partecipazione da parte della classe imprenditoriale?
«Siamo riusciti a reclutare un buon 30% di personalità provenienti da impresa, professioni e università. Per ricreare la giusta osmosi occorre tempo ma quel mondo sa bene che certe idee hanno la loro casa naturale in Forza Italia».

Temete lo spettro dell'astensione?
«Se ti giri e lasci che gli altri scelgano per te la politica può solo peggiorare. Personalmente ci ho messo la faccia, ho deciso di rischiare, oltretutto non in un'elezione a listino bloccato ma con le preferenze. Vorrei che tutti riflettessero sul fatto che il voto non è un gioco e implica un'assunzione di responsabilità».

In pochi giorni siamo passati dal Beppe Grillo rassicurante a quello dei processi popolari. Qual è la sua vera faccia?
«La sua è una operazione cinica, tipica del peggior populismo. Il suo unico programma non è la giustizia sociale ma la vendetta sociale. Un conto è la giusta rabbia verso certa politica, altra cosa è dare spazio a chi evoca Hitler, i processi popolari o propone di squartare un cane. Spero che gli italiani capiscano che avallare un personaggio e una comunicazione di questo tipo può aprire la strada a una violenza cieca».

Il risultato delle Europee influenzerà la navigazione del governo?
«Dipende da Renzi. Finora ha usato parole suadenti ma di sostanza ne ha fatta ben poca. La disoccupazione è cresciuta, così come il debito pubblico; l'Italia è il Paese che ha segnato la performance più debole e l'unico caso di calo del Pil tra tutte le economie del G7. Aveva promesso una riforma al mese per i primi 5 mesi e non si è visto nulla. Così la sua credibilità va a picco».

Berlusconi sarà ancora saldamente in campo dopo il voto?
«Chi pensa che voglia ritirarsi esprime una sua speranza, nient'altro. Non ha intenzione di fare neppure mezzo passo indietro, nonostante abbiano fatto di tutto per legargli le mani. E, come dimostrano le parole di Geithner, gli abbiano tolto il diritto di governare con manovre oscure, offendendo la nostra sovranità popolare.

Berlusconi è costantemente alla ricerca di nuove idee, lavora per aggiornare i programmi e adeguarli al presente. Mira a dare un assetto vincente al centrodestra del futuro. Non dimentichiamo che coloro che lo hanno dato per finito, poi sono spariti dalla scena politica».

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