Forza Italia salva i liberali Il Cav: "Io con le mani legate"

Il rammarico di Berlusconi per una campagna vincolata dalle restrizioni del tribunale: "Ma ci ho messo la faccia"

Forza Italia salva i liberali Il Cav: "Io con le mani legate"

L e prime elezioni senza l'immancabile ressa al seggio di via Scrosati le trascorre in quel di Arcore, tra un pranzo con i figli, una passeggiata in giardino e un pomeriggio di telefonate. I sondaggi li conosce a menadito da giorni e più che i primi numeri che rimbalzano in tivvù appena scoccano le 23, Silvio Berlusconi vuol attendere le proiezioni sui dati reali che iniziano ad arrivare quando è quasi scoccata la mezzanotte. Sono numeri duri, ruvidi, che sanciscono la discesa di Forza Italia sotto il 20%, una sorta di «soglia psicologica», come l'ha definita in questi giorni l'ex premier. E ancora più giù, a galleggiare tra il 15 e il 17%, almeno stando alle proiezioni che si rimpallano da un canale all'altro quando è ormai notte fonda. Un risultato che presagisce una sconfitta. Una sconfitta netta. Lo sa bene Berlusconi, mentre in televisione vede passare le prime, le seconde, le terze e le quarte proiezioni – a un campione del 15% dei votanti - che continuano a dare Forza Italia in netta discesa. «Mi hanno costretto a combattere con una mano legata alla schiena e nonostante questo – ha ripetuto più volte in privato – io ci ho messo comunque la faccia». Che poi non sia andata bene è questione che dovrà essere ragionata. Perché un Pd così in alto e una Forza Italia così in basso, neanche l'ex Cavaliere se l'aspettava davvero.

Un Berlusconi che nonostante i numeri per nulla promettenti che arrivano dai seggi elettorali continua comunque a guardare avanti. E' consapevole che il calo è netto, deciso, implacabile. Ma vuole provare a ragionare in prospettiva, convinto che le prossime elezioni politiche arriveranno nel 2015 e deciso a «riaggregare il centrodestra» per tentare nuovamente la scalata a Palazzo Chigi. Un progetto ambizioso, certo. Soprattutto alla luce di quella che alle due di ieri notte sembra essere una sconfitta senza precedenti. Un progetto sul quale questa tornata elettorale peserà come un macigno visto che è il bottino portato a casa ieri quello che sarà messo sul piatto della bilancia di qualunque trattativa. Con il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, ma pure con i Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni e, per altri versi e in altri modi, con la Lega di Matteo Salvini.

Tra l'altro, il leader di Forza Italia è consapevole che già da domani dovrà rimettere mano al partito. Anche se per decidere come, quando e dove è necessario studiare il risultato elettorale al dettaglio, i flussi regione per regione, le preferenze candidato per candidato. Il punto è che queste europee saranno anche l'occasione per una resa dei conti all'interno di Forza Italia, un redde rationem congelato ormai da troppi mesi. Non dopodomani, quando si riunirà l'Ufficio di presidenza del partito convocato proprio per analizzare il voto, perché gli animi sono ancora troppo caldi. Ma certamente nelle prossime settimane, quando con ogni probabilità Raffaele Fitto metterà sul tavolo l'ottimo risultato che ieri notte si stava profilando nella sua circoscrizione, quella Sud. Sembra essere quello, infatti, l'unico baluardo che ha permesso a Forza Italia di non sprofondare ancora di più, sotto quota 15%.

Numeri che complicano non poco gli equilibri interni al partito di piazza San Lorenzo in Lucina. Nel senso che se il serbatoio di voti di Forza Italia è a tutti gli effetti al Sud, è chiaro che i destini del movimento non possono essere decisi solo in Lombardia.

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