In giacca sullo scooter Formale ma non troppo

«Ci sono nuove esigenze di performance nel guardaroba maschile, le regole del bel vestire sono cambiate con la vita». Lo dice Paul Surridge, stilista inglese da tre anni direttore creativo della linea ZZegna oggi disegnata in collaborazione con Murray Scallon, l'irlandese che per 13 anni si è occupato di Zegna Sport. Fondendo i due brand il potente Gruppo di Trivero ha ottenuto un ibrido che profuma di modernità: lo stile multi-tasking per affrontare con impeccabile aplomb le acrobazie del quotidiano. In buona sostanza il sartoriale diventa sportivo e performante, un gioco delle parti portato alle estreme conseguenze come dimostrano i dieci «parkouristi» in passerella ieri sera alla Stazione Leopolda di Firenze con i 30 modelli che hanno presentato la collezione dell'estate 2015. Si chiamano così quei matti che praticano il Parkour, disciplina nata in Francia negli anni '90 che consiste nell'eseguire un percorso metropolitano superando qualsiasi tipo di ostacolo. Senza saltare giù dai tetti o sulle pensiline della metropolitana, anche i 30-40enni cui la linea ZZegna è destinata ne devono fare di tutti i colori per raggiungere il posto di lavoro: moto, tram e bicicletta se non vogliono perdere ore nel traffico, viaggi continui e cronica mancanza di tempo. L'arma segreta dei suoi designer si chiama techmerino, un tessuto naturale (100x100 lana merino), traspirante, impermeabile, antivento, waterproof e portabile a pelle perché dotato del più alto potere coibentante che si possa immaginare. Così la giacca diventa camicia, la camicia è come un giubbotto, la maglia sostituisce il giaccone e poi ci sono mille tipi di pantaloni. «Entra perfino nelle scarpe» spiegano i due mostrando la fodera delle Techmerino Racer. Il tutto senza stagione e con una palette cromatica precisa: grigio cemento e carbonio con verde-giada, giallo-cedro, blu royal e bianco-nero. Molto più piccola ma comunque innovativa, la linea ENN+W creata da Niccolò Mugnaini, 28enne con studi di marketing e pubbliche relazioni alle spalle, appassionato di moda. Anche lui usa il Parcour (stavolta senza K) ovvero un tessuto impermeabile creato da quel genio di Nino Cerruti nel suo storico lanificio biellese. Quindi seta, cotone, lino e mischie preziose d'ogni tipo per costruire in modo sartoriale giacche dai revers inglobati, doppiopetti dall'aria nuova, gessati che non ingessano. Dello stesso segno i tre capi di numero presentati al JFK da Denis Frison, un ragazzo di talento che ha lavorato per anni con Scervino. Fantastica la capsule di Gabriele Pasini prodotta da Lardini, marchio capace d'emozionare nella bolgia infernale del Pitti.

E davvero bella l'idea dell'abito su misura offerto a metà prezzo da Isaia, ai ragazzi che vogliono vestirsi come si deve per i primi colloqui di lavoro. «Se lo dici con la giacca sei più credibile» dicono i napoletani che la sanno lunga, anzi lunghissima, sull'arte di arrangiarsi.

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