In giacca da uomo o in culotte Sexy ma con classe

New YorkL'immagine sexy fatta dalle donne è molto più sfaccettata della visione da tigre del materasso che in genere hanno gli stilisti di sesso maschile. Succede su tutte le passerelle del mondo, ma su quelle di New York la differenza è più evidente anche perché siamo nella città in cui fioccano le denunce per molestie sessuali da ambo le parti. Non a caso Donna Karan che l'altra sera ha festeggiato trent'anni di carriera in un palazzo diroccato di Wall Street, si è concessa il lusso di far sfilare le culotte a vista sotto alle classiche gonne a pieghe piatte con un inserto di tessuto trasparente proprio lì, dove di solito non dovrebbe battere il sole. Insomma un'attitudine «aggressive» anche se scompaiono i celebri capi in jersey della stilista che ha vestito il «body conscious» dall'aerobica allo yoga.
«Questa collezione è dedicata a New York, la città che continua a farmi crescere con il suo dinamismo implacabile» ha detto Donna visibilmente commossa nel gran finale. Si mormora infatti che questa sia la sua ultima sfilata. Meglio quindi concentrarsi sui pezzi più belli: una giacca da uomo portata sul nulla, le scarpe a punta e gli stivali- calza in suede a metà coscia: fetish con classe. Tutta diversa l'immagine di DKNY, seconda linea della stilista (la sigla è l'acronimo di Donna Karan New York) presentata l'altro giorno con una formula interessante. Al posto delle modelle hanno sfilato un artista del tatuaggio, una scrittrice underground, un pittore, un dj scrittore cyborg, un'attrice esordiente, la buttafuori di un locale notturno, fotografi, blogger e studenti: i protagonisti della scena giovanile di Manhattan. «Moda vera per gente vera» ha detto la Karan che li ha vestiti esattamente come fanno loro: un mix and match di classico e di avanguardia.
Si torna al sexy in chiave stilistica femminile con l'originale sfilata di Tory Burch, ispirata – dice lei – dalla collezioni di armi antiche della sua famiglia. Non è dato sapere se la bionda designer americana possiede un castello avito tipo Downton Abbey, ma la sua traduzione dell'estetica medioevale in abiti contemporanei è senza dubbio interessante. C'erano stampe di scene equestri, minigonne a pieghe in tessuto metallizzato tipo armatura, pullover spalmati come cotte protettive, catene applicate e ricami a forma di croce bizantina in metallo e cristalli. Delizioso il mini tailleur a tessere di camoscio e l'idea di mitigare il super corto con pesanti calzettoni e parigine di lana a trecce. Da Milly, brand disegnato da Michelle Smith, gentile signora newyorkese che ha studiato moda a Parigi, l'ispirazione si fa lieve: ballerine con tanto di gonne-tutu sotto a convincenti pullover in pelliccia rasata. Sexy con pudore.

Invece da c'è la storia di una ragazza che entra nella foresta vestita da collegiale e ne esce con qualche tocco di pericolosa malizia. In realtà la stilista, Sofia Sizzi, fa come sempre l'elogio del vestitino sopra o appena sotto al ginocchio.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica