Scorrendo la lista dei nove viceministri e trentacinque sottosegretari che completano la formazione di governo guidata da Matteo Renzi, saltano immediatamente all'occhio le nomine che definiscono il quadro degli equilibri politici che si giocano attorno alla delicatissima casella del ministero dell'Economia. Ad affiancare Pier Carlo Padoan sono stati chiamati tre sottosegretari, Baretta e Legnini del Pd più Enrico Zanetti di Scelta Civica, e due viceministri, Morando del Pd e Casero di Ncd: ma vediamo meglio chi sono gli uomini che si insedieranno a via XX Settembre insieme al vice segretario generale dell'Ocse. Enrico Morando ha un curriculum legato a filo doppio al defunto - ma mai seppellito definitivamente - Partito Comunista: giornalista a L'Unità, eletto consigliere provinciale per il Pci a 26 anni, vanta una lunga militanza come senatore nel Pds, poi nei Ds e infine nel Pd, sedendo a Palazzo Madama sin dai primi anni '90.
Riconfermato Pier Paolo Baretta, già sottosegretario con Letta e Saccomanni, sindacalista Cisl da più di quarant'anni, e protagonista delle scelte di politica economica degli ultimi dieci mesi, non ultima la discussa gestione della patata bollente dell'Imu. Considerando che il dicastero di via XX Settembre sarà guidato da un uomo di Massimo D'Alema, sponsorizzato più dal Colle che non dallo stesso Renzi, lo scenario che si profila per l'economia italiana guarda decisamente a sinistra.
Gli uomini più vicini al segretario Pd, come il responsabile economico del partito Filippo Taddei e il "guru" Yoram Gutgeld, consigliere economico di Renzi, sono stati lasciati fuori dalle
porte di Palazzo delle Finanze. Mentre Matteo penserà ad abolire il Senato e a riscrivere la legge elettorale, l'ombra di Padoan si allunga sempre di più sopra decisioni cruciali per il futuro del Paese e degli italiani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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