Il governo si ritira in abbazia: duro scontro tra Alfano e Letta

Terapia di gruppo per l'esecutivo. Duro botta e risposta tra Letta e Afano, poi l'accordo: "Comizi vietati per i ministri"

Il premier Enrico Letta e i ministri Maurizio Lupi e Angelino Alfano arrivano all'abbazia di Spineto
Il premier Enrico Letta e i ministri Maurizio Lupi e Angelino Alfano arrivano all'abbazia di Spineto

La gita di governo è iniziata. Oggi pomeriggio i ministri hanno lasciato Palazzo Chigi per raggiungere l’abbazia di Sarteano. A bordo di un pulmino grigio e con alcune macchine di scorta i membri dell'esecutivo si sono ritirati al conclave voluto dal presidente del Consiglio Enrico Letta per "fare spogliatoio". Le ventiquattr'ore di clausura non devon essere sfruttate per trovare nuovi amici, ma per mettere a punto le misure economiche per rilanciare il Paese. Ma il ritiro inizia con un duro scontro che rischia di lasciare strascichi.

Non si sa se sul pulmino grigio partito dalla Capitale l'umore fosse concentrato come in clima pre partita o penitente come agli esercizi spirituali. Di sicuro gli umori sul van della scorta, sul quale Letta ha viaggiato insieme al vice premier Angelino Alfano e ai ministri Maurizio Lupi e Dario Franceschini, erano piuttosto tesi. Insomma, se lo spogliatoio avrà funzionato o meno, lo sapremo solo nelle prossime settimane, quando l'esecutivo dovrà sporcarsi le mani con i primi provvedimenti. Non c'è tempo da perdere: bisogna trovare una soluzione per abolire l'Imu sulla prima casa e scongiurare l'innalzamento dell'Iva dal 21 al 22% mettendo una pezza ai pasticci fatti dai tecnici. E ancora: bisogna dare una sferzata al mercato del lavoro e trovare i soldi per coprire la cassa integrazione in deroga e sciogliere il nodo degli esodati. "Parleremo di tutto", ha assicurato il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni. Insomma, ce ne è abbastanza per non dormire la notte. Così Letta ha deciso di portarsi tutti i ministri sui verdeggianti colli senesi. Quello che ha sfilato davanti agli obiettivi curiosi delle telecamere è stato un esecutivo in versione casual. Un clima da gita di classe, insomma. Tutt'altro clima, invece, si è respirato nel van su cui hanno viaggiato Letta e Alfano

Aprendo i lavori il portavoce di Letta ha fatto sapere che il premier ha raggiunto un accordato con Alfano: da qui alle elezioni amministrative i membri del governo non partecipino più a manifestazioni elettorali o a dibattiti radio-televisivi che non siano incentrati sull’attività di governo. Secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, Letta avrebbe chiesto ad Alfano di non viaggiare nel pullman con tutti gli altri esponenti di governo proprio per far fronte alle polemiche sollevate dal Pd per la manifestazione del Pdl di ieri a Brescia. Nel tragitto per arrivare all'abbazia ci sarebbe stato un duro botta e risposta con il premier che ha chiesto maggiore senso di responsabilità e il vicepremier che ha assicurato che il Pdl non intende minare la vita del governo. Così, mentre il van sfrecciava sulla A1, il confronto si è trasformato in scontro. Dopo aver minacciato di non voler restare alla guida dell’esecutivo "ad ogni costo", Letta ha chiesto un impegno che è stato subito accolto da Alfano. La discussione è andata avanti fino all'arrivo in campagna senese. Poi sono riusciti a raggiungere un faticoso compromesso. Accordo che il premier avrebbe voluto restasse in vigore per tutta la durata dell’esecutivo, ma che varrà solo fino ai ballottaggi delle amministrative. Alfano e Lupi, però, non hanno ceduto: Silvio Berlusconi, raggiunto al telefono dal segretario del Pdl, ha infine benedetto il compromesso.

"Un chiarimento era indispensabile ed ora l’atmosfera è molto migliorata", ha assicurato un ministro del Pdl. Ma è chiaro che il rischio di strascichi è forte. Non a caso sia Letta sia Alfano hanno disertato la conferenza stampa prevista in apertura dei lavori.

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