Grigio, nero e lime Ma Armani è verde di rabbia

Re Giorgio polemico con la Camera della Moda: "Sono anni che chiudo io le sfilate. Sempre da solo"

Grigio, nero e lime Ma Armani  è verde di rabbia

Milano - Nel giorno in cui presenta una spettacolare rielaborazione in chiave classica e sofisticata del verde-lime, Armani sembra verde di rabbia. Non ha tutti i torti a dir la verità perché ieri, ultima giornata di sfilate a Milano Moda Donna, il suo era come al solito l'unico grande nome in calendario. «Così qualcuno ha preso l'aeroplanino e se ne è andata a Parigi» commenta Re Giorgio senza fare nomi anche se tutti al volo capiscono che sta parlando di Anna Wintour, sempre lei, il famoso diavolo che veste Prada ma anche i panni del Torquemada della moda italiana. Il suo sogno più o meno nascosto è che la nostra fashion week si trasformi in una specie di toccata e fuga mentre quelle di New York, Londra e Parigi a sentir lei potrebbero durare mesi. «Da me ha mandato i suoi assistenti – incalza Armani - ma non è la stessa cosa: è come prendere appuntamento con un luminare e venir visitati da uno dei suoi allievi. È inammissibile. Questa signora che la si ami o no ha un certo peso nella moda internazionale, forse ho peso anch'io ma sono stato penalizzato e la Camera della Moda che dovrebbe proteggere il made in Italy cosa fa? Sono entrato da poco tra i soci ma altrettanto velocemente me ne potrei andare». Per una volta ci sembra che la Camera non abbia grandi colpe, piuttosto è la Wintour che si comporta in modo strano: ha visto in show room le collezioni di Ferragamo e de Vincenzo per poter partire alla volta di Parigi subito dopo lo show di Dolce & Gabbana domenica pomeriggio. E nel backstage di Stella Jean abbiamo sentito una delle sue assistenti – Carrie Olsen – sollecitare con insistenza un appuntamento tra la stilista e il direttore di Vogue America la prossima settimana nella ville lumière. Insomma siamo di nuovo sul piede di guerra e come sempre Armani ha il coraggio di dire le cose come stanno, parlando ad esempio dell'eccessiva moda spettacolo che dalle passerelle non arriva alla strada. «È molto più difficile rendere nuovo il tailleur che non andare a ruota libera – sentenzia – il classico si rinnova per piccoli spostamenti di gusto studiati con la massima attenzione». Nel caso della collezione per il prossimo inverno l'alfa e l'omega del rinnovamento sta nel verde lime che esce dalla gamma delle tinte rassicuranti e in certi casi ha una funzione segnaletica come può constatare chiunque vada ai concerti oppure per strada. Armani lo piega alle sue esigenze di stile con sapienti velature di grigio: una vera e propria alchimia cromatica per cui il colore del feltro diventa la bruma del mattino e sembra quasi che da una nuvola gonfia di pioggia spunti dolcemente una piantina. Il gioco gli riesce particolarmente bene in certi pezzi: un montone tagliato a redingote sfumato dal grigio perla all'antracite passando per il lime e tutti gli abiti da sera a cominciare dal sublime completo blusa e pantaloni di raso con un'indimenticabile cappa a forma di gabbietta luccicante nera che sembra quasi danzare sulle spalle della modella. Stavolta le ragazze non hanno cappelli né particolari acconciature in testa: capelli sciolti e grandi sorrisi per enfatizzare il messaggio che lo stilista vuol lanciare.

«Datti un colpo di giovinezza» sembra dire Armani alle donne con le sue nuove scarpe ispirate dagli stivali Camperos di buona memoria, con i pantaloni largotti che lasciano scoperte le caviglie, con i capelli al vento e soprattutto con il suo nuovo grigio al lime. Noi ci proveremo ma lui intanto alla Wintour tolga la pubblicità e come lui facciano tutti i marchi che sfilano a Milano e non intendono piegarsi ai voleri del diavolo.

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