Grillo grida ai brogli: "Schedare gli scrutatori"

Il comico propone di usare i software dei servizi di polizia internazionale per scovare "le reti sociali" tra gli scrutatori

Grillo grida ai brogli: "Schedare gli scrutatori"

Il post Broglio sì, broglio no: la terra dei cachi, pubblicato in mattinata sul blog dei Beppe Grillo, porta la firma del blog Informare per resistere. Un'accozzaglia di tesi deliranti che Grillo fa proprie pur di accusare il Pd di brogli elettorali. E così, additando quella "modalità indiretta" che alimenta "la reciproca sfiducia tra i cittadini" e "infonde grande rabbia, in quanto ogni elettore è portato ad attribuire l’esito irragionevole espresso dalle urne non già ad una frode attuata dal potere in spregio di ogni norma etica e democratica, bensì alla sprovvedutezza o alla disonestà degli altri elettori", il post diventa un invito a non prendersela con "quella massa di pecore ignoranti e/o vendute che si lasciano abbindolare o comprare dai politici'", ma piuttosto ad adottare misure per andare a stanare i legami "parentali e amicali" all'interno dei seggi.

In un lunghissimo e nebuloso excursus il post parte dall’antica Serenissima dove "era consuetudine per i membri della nobiltà impoverita riunirsi in uno spazio antistante il Palazzo Ducale di Venezia per far commercio dei propri voti in seno al Maggior Consiglio che reggeva la città e nel quale sedevano per diritto ereditario", spazio "allora noto col nome di Brolio dal latino Brolus, cioè 'orto', retaggio del fatto che la terra su cui tuttora sorge piazza San Marco era in antico proprietà agricola del vicino monastero di San Zaccaria", per approdare al Risorgimento, quando "le annessioni dei regni preunitari al Regno d’Italia vennero ratificate mediante plebisciti che si svolsero senza tutela della segretezza del voto e talvolta in un clima di intimidazione". Quindi cita il caso della Florida che, alle presidenziali americane del 2000, "capovolse ogni previsione e assegnò la vittoria a George Bush Jr". E finisce per puntare il dito contro quel 41% incassato dal Pd di Matteo Renzi. "Il sospetto di brogli è ragionevole", dice additando "percentuali fantomatiche" e invitando i suoi a "vigilare in modo chiaro e controllabile sulle relazioni amicali e parentali degli scrutatori e presidenti dei seggio e permettere un controllo popolare quanto più esteso possibile tramite l’uso della tecnologia". E invita a stilare una vera e propria lista di persone da controllare. "Parentele e prossimità tra scrutatori e tra chi li ha selezionati - insiste - possono essere un indicatore, per quanto debole, utile per evidenziare una possibile convergenza di interessi".

Grillo proprone di utilizzare un software per rilevare "le relazioni parentali o amicali tra persone ed evidenziarne le connessioni in rete, analizzando le reti sociali reali tra i vari componenti". I software citati dal leader dei Cinque Stelle sono quelli usati dai servizi di polizia internazionale per "individuare rapporti e complicità tra individui sospettati di reati" e dalle aziende per "individuare potenziali classi di clienti sensibili ad un brand o ad un prodotto". Secondo Grillo, potrebbe essere utilizzato dall’amministrazione pubblica per "evidenziare relazioni anagrafiche di parentela ad esempio nelle università, nella sanità e nella pubblica amministrazione in genere". Non solo.

Arriva addirittura a proporre sistemi che "garantiscano che la scheda consegnata all’elettore sia la stessa che viene restituita nel voto" e "postazioni ergonomiche per il voto che garantiscano la riservatezza del voto e contemporaneamente rendano controllabili a vista le postazioni dei votanti in modo da ridurre la possibilità di sostituzione di schede pre-compilate".

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