Era il grido dell'estate: «Ro-do-tà-Ro-do-tà». Come un mantra urlato dei mondiali di calcio. Solo che il signore di cui si proclamava il nome a ogni angolo di manifestazione come un goleador del Santiago Bernabeu era un politico di lunghissimo corso candidato alla presidenza della Repubblica dal Movimento Cinque Stelle. Ora l'uomo per il quale una piazza inferocita stava per dare l'assalto al palazzo di Montecitorio, «il miglior capo dello Stato» del Paese, non più di un mese fa, è diventato «un ottuagenario miracolato dalla Rete». Trattato, lui bandiera di un Italia migliore, come un reperto archeologico della politica: «Sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi a cui auguriamo una grande carriera e di rifondare la sinistra».
Un Grillo iperbolico ieri ha esagerato al punto con la critica che stavolta il blog gli si è completamente ribaltato contro. La sua creatura l'ha sbranato. E i suoi parlamentari si sono ritrovati di nuovo a navigare in un mare di imbarazzo. Erano intervenuti in aula, tra la folla, megafoni in mano (in prima fila Vito Crimi) per sventolare quel grido come una speranza. Ma è bastato che il candidato goleador muovesse una critica a Grillo e al Movimento, dalle colonne del Corriere della Sera («Non può dare la colpa agli elettori. Il Parlamento chiede competenza») e l'ira del capo del M5s si è riversata sull'ex beniamino (che proprio ieri ha compiuto 80 anni), come un fulmine. Rodotà, primo della lista dei «maestrini dalla penna rossa» inchiodati nell'ultimo post del comico. Grillo c'è cascato per la terza volta: prima aveva lodato Napolitano che l'aveva difeso in Germania, salvo, ingrato, affossarlo, poi il dietrofront su Milena Gabanelli. «Adesso Rodotà è un vecchio scemo? Non ti viene in mente che magari il cretino sei tu? - gli scrive sul blog un furibondo Stefano R. - Fai un po' di autocritica e scendi dal piedistallo! Sei solo un vecchio arricchito e stai facendo più male che bene al Movimento». E c'è chi ironizza: «Ormai siamo al suicidio politico». Un post nella prima parte «imbarazzante - scrive Nicolas W., da Londra - si conferma il modus operandi di Beppe: se mi dai ragione sei un genio, se mi dai torto sei un vecchio rincoglionito». È sommossa sul blog.
Il diretto interessato, Stefano Rodotà, ha replicato con un semplice: «Non commento».
E di imbarazzatissimi no comment si è riempito il Transatlantico. Silenzio a domanda precisa dai deputati Tommaso Currò e Tancredi Turco. Poi il futuro nuovo capogruppo, Riccardo Nuti, con Riccardo Fraccaro, ha convocato un inedito incontro con i giornalisti in una stanza del gruppo parlamentare. E così tutti al quarto piano, al gruppo cinque stelle: «Grillo ha criticato Rodotà con il linguaggio di Grillo», l'arrampicata sui vetri dei due deputati. Secondo qualcuno, invece, il post esplosivo del capo è servito «a capire chi sono i fedeli e chi se ne vuole andare». Potrebbe essere un'accelerazione alla formazione di un nuovo gruppo, un intergruppo, al di là dell'addio del siciliano Venturino, che ha annunciato una nuova formazione politica imminente. Deputati e senatori si sono riuniti in assemblee separate a Montecitorio e a palazzo Madama. Formalmente per discutere di bicamerali e questioni tecniche. Ma l'aria è pesante: i guai dell'uscita di Beppe su Rodotà, la sconfitta alle amministrative, la caccia alle talpe, «le spie», che dicono ai giornalisti che una parte dei parlamentari è pronta alla fuga.
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