Roma - Per governare ci vuole cinismo. Qualità (della politica) che non sembra mancare a Matteo Renzi. Così, a Palazzo Chigi non guardano solo il (positivo) risultato elettorale, ma per proseguire l'azione di governo osservavano con attenzione anche il dato dell'astensionismo e di ciò che avviene in Francia e nel resto d'Europa. L'ascesa dell'euroscetticismo nel Continente e l'aumentato astensionismo (altra faccia della stessa medaglia) viene interpretato dalle parti di Palazzo Chigi come una leva sulla quale costruire la politica economica prossima ventura. Dalle parti del premier qualcuno dice: adesso abbiamo anche la forza elettorale per cambiare verso, non solo all'Italia, ma anche all'Europa.
Il ragionamento è semplice e lineare. A Bruxelles - riflettono dalle parti di Renzi - non possono non osservare che a vincere queste elezioni sono in quattro: Renzi, la Merkel, l'astensionismo ed i partiti anti-euro. E gli stessi uomini ricordano: il premier italiano ed il Cancelliere tedesco sono gli unici leader che, pur essendo al governo, riescono ad ottenere una vittoria nelle urne. Fattori dei quali la Commissione europea attuale, ed ancora di più la prossima, non potrà non tenerne conto. «Gli elettori in tutta Europa si sono chiaramente allontanati, vogliono risposte», osserva Mario Draghi, presidente della Bce. E da Palazzo Chigi chiosano: il risultato elettorale premia le risposte date dal governo.
Le teste pensanti della Farnesina (e non solo), analizzando i dati francesi, ipotizzano un allentamento della convergenza delle politiche tra Francia e Germania. Con un possibile avvicinamento di Parigi a Roma per quanto riguarda le politiche espansive; anche a costo di stressare ai limiti i Trattati.
Insomma, l'obbiettivo sul quale puntano gli «spin doctor» del governo è quello di poter rispettare la fiducia degli italiani (anche in chiave anti-Grillo) attraverso vincoli di bilancio meno rigidi. E Renzi vuole cogliere l'occasione al volo. Già dalle prossime ore, a quanto sembra. Contatti informali sarebbero stati già avviati con le principali cancellerie europee. Ufficialmente, per preparare il semestre di presidenza italiana. In realtà, per trovare la soluzione per rivedere i Trattati. Anche perché il risultato interno gli dà forza contrattuale per tentare di modificare l'atteggiamento della Merkel. A Bruxelles sembra che siano spaventati sia dall'ondata antieuropea, sia dal risultato elettorale di Renzi. Temono che durante il semestre italiano siano costretti a rivedere una serie di certezze. Prima fra tutti il rispetto dogmatico dei Trattati. Con il cinismo tipico della squadra, i renziani sono convinti che Forza Italia finirà per assecondare politiche economiche espansive e che vanno nella stessa direzione che Berlusconi voleva intraprendere quand'era al governo. In futuro gli uomini di Renzi sono convinti che Berlusconi asseconderà alcune scelte di politica economica che verranno prese dal governo. In modo particolare, a livello europeo. Soprattutto se sarà chiaro che per almeno un anno non si parlerà più di elezioni anticipate e sarà possibile mettere mano ai regolamenti parlamentari.
In più, da un rapido giro di consultazioni, sarebbe emerso che qualora ciò dovesse avvenire non sarebbero attese ripercussioni negative sui mercati. Gli operatori valorizzerebbero la volontà di Renzi di calcare la mano sulla crescita, anche a costo di incrinare il totem del 3% di deficit.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.