I parlamentari italiani sono i più pagati d'Europa

Contributi, spese di rappresentanza e rimborsi, ecco quanto costa la politica italiana: la più cara di tutta Europa

I parlamentari italiani sono i più pagati d'Europa

Montecitorio approva il bilancio di previsione per il 2014 e quello triennale fino al 2016, con tagli per altri 50 milioni di euro. Il presidente della Camera Laura Boldrini ha espresso soddisfazione: "La Camera prosegue nella linea dei risparmi e della sobrietà". In realtà l'operazione è solo uno specchietto per le allodole. Basta dare un'occhiata al rapporto di fine anno del Centro studi di Confindustria per capire che i parlamentari italiani sono, in base alla dimensione dell’indennità in rapporto al pil procapite, di gran lunga i più pagati d’Europa.

Gli analisti di viale dell'Astronomia hanno fatto i conti in tasca ai 945 parlamentari italiani. E quello che ne è emerso è un panorama allarmante. Aldilà degli slogan lanciati di tanto in tanto da Grasso e dalla Boldrini, la Casta non taglia. Anzi, si espande. Nel 2012 lo stipendio da deputato in Italia era pari a 4,7 volte il pil pro capite, contro l’1,8 del Regno Unito. Contando anche i rimborsi spese (con e senza documentazione), i contributi ai gruppi parlamentari, i rimborsi elettorali e le spese di trasporto questo rapporto sale al 9,8 per il deputato italiano e al 6,6 per quello inglese. Ma risparmiare si può. "Riducendo del 30% l’indennità dei parlamentari, ridimensionandone il numero, riformando le loro pensioni e abolendo i contributi ai gruppi parlamentari, i rimborsi elettorali e le spese di trasporto ma mantenendo la diaria oppure eliminandola e introducendo un tetto massimo alle spese rimborsabili - calcola il Centro studi di Confindustria - si potrebbe arrivare a risparmiare fino a un miliardo di euro".

I costi della politica non si esauriscono alle spese strettamente legate ai 945 parlamentari.

Come fa notare il report di viale dell'Astronomia, nella lunga lista rientrano anche tutte le altre istituzioni elettive (Comuni e Regioni, dando per abolite le Province) nonché tutte quelle "attività improprie svolte da una moltitudine di società partecipate dalla pubblica amministrazione" che sono più di 7.700 e costano, in termini di ripiano delle perdite, circa 22 miliardi di euro.

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