I tessuti in «3D» La nuova sfida ha più dimensioni

MilanoSulle passerelle di Milano non c'è più niente di piatto a parte le modelle. Gli stilisti hanno infatti scoperto il fascino delle superfici per cui tutti i materiali sono elaborati, tridimensionali, reinventati con artistico furore. «La moda è un'esperienza sensoriale: dopo tante stagioni di lavoro sulla vista era giusto occuparsi del tatto» spiega Massimiliano Giornetti poco prima della raffinatissima sfilata Ferragamo: una specie di poesia invernale. Tutto è caldo, avvolgente e sensuale con un certo non so che di sorprendente perchè in un solo cappotto si fondono tre diversi peli (persiano, castoro e marmotta) mentre la cappa diventa gilet e le pieghe di una superba gonna nera si aprono su un mondo cromaticamente modificato. Un discorso a parte meritano infatti i colori ispirati dalle opere di Callum Innes, l'astrattista scozzese che usa la tecnica della stratificazione per ottenere straordinari effetti cromatici con la sgocciolatura. I modelli di Ferragamo per il prossimo inverno sono spesso così: con il marrone che sfuma prima nel ruggine, poi nell'ocra per impennarsi in un profondo nero destinato a stemperarsi di grigio. Le sole cose perfettamente riconoscibili in questa nuova grammatica vestimentale sono la purezza architettonica di tutte le linee e l'eleganza assoluta della costruzione sartoriale. «Sei costoso ma non caro» dice l'ufficio commerciale a Marco de Vincenzo, il giovane designer siciliano in forza all'ufficio stile di Fendi che da qualche anno ha lanciato un brand eponimo di cui il Gruppo LVMH ha acquistato una consistente quota di minoranza. Impossibile quantificare il costo al pubblico dei capi e l'entità del pacchetto azionario ma in entrambi i casi si tratta di un investimento redditizio. De Vincenzo ha infatti creato una collezione indimenticabile ispirata dal morphing, la tecnica digitale che ti permette di trasformare le immagini proiettate. Qui a cambiare forma e colore sono i modelli. C'è per esempio un vestito di flanella nera con onde ricamate in macramè e poi laccate che sotto ha una teoria di pieghe doppiate in tessuto laminato degradè. «Fermo è una cosa in movimento un'altra» commenta lo stilista. Le sorprese non finiscono qui. Il montone rosso viene prima accoppiato al camoscio beige e poi laserato con un motivo a cellette da alveare fino a ottenere un colore indefinibile tra l'arancio e il biscotto. Certo con questi nuovi materiali gli stilisti sono costretti a semplificare al massimo le forme e in molti casi a ingrandirle a dismisura. Il risultato in certi casi è discutibile: la sfilata di Marni a tratti ricorda una graziosa processione di credenze e mobiletti da cucina svedese degli anni '50. Le modelle sembrano prigioniere di abiti troppo grandi, dove perfino i volant sono squadrati e tutto sembra pesantissimo, come se per vestirsi servisse il traslocatore. «Costerà al pubblico 400 euro» dice Massimo Giorgetti davanti a uno spettacolare cappottino di MSGM in duchesse di seta con Dio solo sa quale altro materiale che enfatizza la stampa di una fotografia di Dario Cattelan rielaborata dal pittore Luca De Gaetano.

36 anni, riminese, anima creativa e non solo del brand, ne fa di tutti i colori compreso spalmare con la colla il mohair di un pullover color fragola. Il tutto con grande buon gusto e con un'attenzione ai prezzi per cui ha appena chiuso il 2013 con un giro d'affari di 15 milione e prevede il raddoppio nell'anno appena iniziato.

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