Quando il danno ormai è fatto, si sveglia pure l'Unione europea. I ministri degli Affari interni Ue, oggi riuniti in Lussemburgo, si sono finalmente accorti della reale esistenza di una emergenza immigrazione. "C'è il rischio che la situazione si deteriori ulteriormente", ha convenuto il Consiglio senza, però, indicare nelle sue conclusioni congiunte alcuna azione concreta da portare avanti nell’immediato. "Il summit Ue del 26 e 27 giugno - ha promesso il Consiglio Ue - ritornerà sulle questioni dell’asilo e dell’immigrazione in una prospettiva di più ampio e più lungo termine". Intanto il Viminale non nasconde la possibilità che ci siano anche jihadisti tra gli immigrati che arrivano in Italia dalla Libia.
Le ondate migratorie del Nord Africa continueranno. La tendenza attuale non è destinata a cambiare. E la situazione rischia di deteriorarsi ulteriormente. D'altra parte l'Italia è il trampolino di lancio per molti disperati che vogliono raggiungere il Vecchio Continente. Eppure nonostante l'emergenza sia senza precedenti l'Unione europea non brilla per la prontezza. Come era stato per la crisi economica, che il lassismo degli euroburocrati ha fatto divampare mettendo in ginocchio le economie dei Paesi meno stabili, così sta succedendo con l'immigrazione. "L’Italia non può pagare da sola il conto dell’instabilità in Libia ed abbiamo ribadito che l’operazione Mare nostrum non può durare in eterno - ha commentato il ministro degli Interni Angelino Alfano - salvare vite in mare è importante ma non significa che lo dobbiamo fare sempre noi e per sempre noi". In realtà, sotto molti aspetti, è stata proprio l'operazione Mare nostrum a fare precipitare la situazione.
Per scoraggiare le partenze dal Nord Africa Alfano ha proposto al Consiglio Ue di montare le tende in Libia e rivedere il tema del diritto di asilo insistendo perché chi ottiene lo status di rifugiato possa esercitare in
tutta Europa. A questo riguardo il ministro dell'Interno ha precisato che se non si può cambiare la normativa vigente (Dublino III), allora si deve procedere con "accordi bilaterali" con i Paesi interessati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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