Salari fermi, imprese in crisi: la cura Monti non funziona

Crolla la fiducia dei consumatori, salari ai minimi da 30 anni. Rete Imprese striglia il Prof: "Basta col rigore". E Confindustria: "Stiamo toccando il fondo"

Salari fermi, imprese in crisi: la cura Monti non funziona

"Oggi si alza in Italia la voce di centinaia di migliaia di imprese per chiedere una svolta nella politica economica del Paese. È la voce delle imprese e delle professioni del commercio, dell’artigianato, dei trasporti, del turismo e dei servizi di mercato che oggi, per la prima volta insieme, si mobilitano per chiedere alle forze politiche di puntare sulla ripresa e di investire nello sviluppo". Il presidente di turno di Rete Imprese Italia, Carlo Sangalli, tuona così contro il governo del rigore alla giornata di mobilitazione delle imprese italiane di oggi.

Al prossimo governo le imprese italiane chiedono "interventi volti alla riduzione della pressione fiscale scongiurando, prima di tutto l’ulteriore innalzamento dell’aliquota Iva previsto a partire dal 1 luglio prossimo, prevedendo la destinazione del gettito derivante dal recupero delle risorse evase alla riduzione del carico fiscale".

Le imprese: "Basta col rigore"

Nell'agenda che presentano alla politica, le imprese mettono in evidenza come le aziende abbiano sempre "più difficoltà di accesso al credito e sempre meno capacità di fronteggiare il loro fabbisogno finanziario". Per questo, "è necessario favorire la solidità patrimoniale dei Confidi e facilitare il ricorso al Fondo di garanzia per le Pmi; assicurare la piena operatività agli accordi in materia di certificazione e lo smobilizzo dei crediti delle imprese nei confronti della P.a.".

Insomma, secondo Sangalli, "con il solo rigore a passo di carica non si va lontano, senza crescita è assai difficile far quadrare gli stessi conti pubblici. È ora di portare alla ribalta delle decisioni politiche le ragioni della crescita e dell’equità". Sul fronte del lavoro semplificare l’apprendistato, favorire il lavoro delle donne, Mezzogiorno e internazionalizzazione delle imprese: sono questi alcuni dei punti contenuti nell’agenda di 80 pagine di Rete Imprese.

Confindustria: "Stiamo toccando il fondo"

Ma oltre alle imprese, anche Confindustria avverte: "L’economia italiana sta toccando il fondo della dura recessione, la seconda in cinque anni". Tuttavia, a viale dell'Astronomia sono ottimisti: "Si delineano i presupposti di un rimbalzo che può dare avvio alla ripresa". Nella "Congiuntura flash", l'associazione degli industriali avverte: "La sfiducia ha infatti compresso la domanda interna ben oltre quanto giustificato dalla situazione oggettiva dei bilanci familiari e aziendali, gli acquisti di beni durevoli sono scesi molto più del reddito reale disponibile, gli investimenti sono ai minimi storici in rapporto al Pil e le scorte sono bassissime".

Per ovviare a questo quadro negativo, "basilare è che si sollevi la cappa di paura creata dalla situazione politica interna; perciò è cruciale che l’esito delle imminenti elezioni dia al Paese una maggioranza solida, che abbia come priorità le riforme e la crescita, fornendo così un quadro chiaro
che infonda fiducia nel futuro e orienti favorevolmente verso la spesa le decisioni di consumatori e imprenditori
".

Stipendi ai minimi da trent'anni

Per quanto riguarda invece la situazione degli stipendi arrivano cattive notizie dall'Istat. Infatti, le retribuzioni contrattuali orarie nella media del 2012 sono aumentate dell'1,5% rispetto all'anno precedente: si tratta della crescita media annua più bassa dal 1983.

Fiducia consumatori in calo

Infine, a gennaio il clima di fiducia dei consumatori è crollato.

Secondo i dati pubblicati oggi dall'Istat, l'indice è infatti calato a 84,6 da 85,7 registrato lo scorso dicembre. L'istituto di statitisca ha spiegato che si tratta del livello più basso dall’inizio delle serie storiche cominciate nel gennaio del 1996.

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