Insulti contro Balotelli, la Kyenge: "Non tutti i cori sono razzisti"

Ieri sera il Milan e SuperMario attaccati dai tifosi viola: sfiorata la rissa. Il ministro all'Integrazione minimizza: "Non tutti i cori sono dettati dal razzismo"

Mario Balotelli reagisce ai cori razzisti
Mario Balotelli reagisce ai cori razzisti

"Non è scontato che i cori contro Mario Balotelli siano dettati da razzismo". A prendere le distanze dalle accuse di razzismo agli sfottò contro l'attaccante rossonero è il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge che, a margine della sua visita al Salone del Libro di Torino, è tornata a parlare della necessità di allargare le condizioni per acquisire la cittadinanza e, quindi, di portare in parlamento lo ius soli.

"Il razzismo è un tema che va sicuramente affrontato, ma credo che qua bisogna anche vedere in quale momento siano stati fatti questi cori", ha dichiarato il ministro all'Integrazione commentando gli insulti all’attaccante del Milan durante la partita a Siena e poi a Firenze, dove la squadra ha fatto tappa per rientrare a Milano. "Balotelli se tu vuoi fare l’uomo immagine contro il razzismo devi chiedere scusa alla città comunista", avrebbero gridato i supporter viola. Nelle immagini postate dal sito Fiorentinanews, si distingue il pullman del Milan parcheggiato davanti all’ingresso della stazione di Campo di Marte e il gruppetto di tifosi che grida ancora: "Ladri!". La situazione è, poi, degenerata quando SuperMario è sceso dal pullman. L’attaccante rossonero avrebbe, infatti, cercato addirittura il contatto con loro prima di essere fermato dai membri dello staff rossonero, che lo hanno portato via. Proprio per questo la Kyenge non se l'è sentita di condannare i cori. "Bisogna anche ricondurre tutto ai risultati della partita - ha spiegato il ministro dell'Integrazione - credo che a volte bisogna essere molto lucidi per capire quando si parla di razzismo, quando si parla di sport, di una sconfitta o di altri tipi di motivazione che spingono le persone".

La Kyenge ha colto l'occasione per tornare alla carica sulla ius soli ribandendo la necessità di mettere una pietra sopra allo ius sanguinis.

Per il ministro all'Integrazione, infatti, lo ius soli è una questione che "va affrontata su diversi temi, ma in un clima di confronto e dialogo, coinvolgendo tutti: sia la società civile sia le istituzioni".

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