Io, scienziato in cammino sul ponte tra atei e fedeli

Il Papa ha aperto un ponte di dialogo con i non credenti. Per percorrerlo l'unico modo è cercare l'impronta di Dio nella materia

Prima che Papa Francesco rispondesse a Eugenio Scalfari c'era un abisso concettuale tra credenti e non credenti. Quest'abisso separava i due atti di fede, in Dio (per i credenti), nel Nulla (per i non credenti). Ne abbiamo discusso su queste colonne il 30 giugno scorso in omaggio a Margherita Hack. Papa Francesco vuole dar vita a un nuovo progetto: costruire con Scalfari un ponte su cui «fare un pezzo di cammino insieme» al fine di colmare l'abisso concettuale tra i due atti di fede. Vediamolo con esempi concreti.

Tra cinque miliardi di anni, quando il Sole smetterà di essere la splendida candela a fusione nucleare che ci illumina e riscalda, la sfera Trascendentale della nostra esistenza non subirà alcun effetto. Il motivo è semplice: la sfera Trascendentale non è fatta né di Spazio né di Tempo. È la sfera Immanentistica della nostra esistenza che ha bisogno di sette strutture fondamentali, due delle quali sono il Tempo e lo Spazio. Per la cultura atea la sfera Trascendentale non esiste. Ciò in cui crede un ateo deve sempre far parte della realtà in cui viviamo e di cui siamo fatti. Allo studio rigoroso di questa realtà si dà il nome di Scienza Galileiana, essendo stato Galileo Galilei il primo uomo al mondo a volere cercare nelle pietre (materia detta «volgare» in quanto ritenuta non depositaria di verità fondamentali) le «Impronte del Creatore». Avrebbe potuto scoprire il «Caos» e invece scoprì le prime Leggi Fondamentali della Natura, da lui definite «Impronte del Creatore».

Nel corso di tanti millenni diverse civiltà avevano pensato che le verità fondamentali dovessero essere scritte nei cieli e nelle Stelle. Colui che ha fatto il mondo - pensò Galilei - ha fatto le pietre e le Stelle. Con le pietre posso fare esperimenti in laboratorio, con le Stelle no. Nasce così la Scienza di primo livello, che ha come pilastro la riproducibilità sperimentale in laboratorio. È la Scienza di primo livello che ci ha portato in appena quattro secoli a scoprire ciò che i nostri antenati nel corso di millenni e millenni non erano riusciti a scoprire: le sette strutture fondamentali che reggono la sfera Immanentistica della nostra esistenza. Queste strutture obbediscono a una Logica Rigorosa, non al Caos.
Se c'è una Logica deve esserci un Autore. La cultura atea nega l'esistenza dell'Autore, pur non potendo negare l'esistenza di una Logica Rigorosa che governa l'Immanente, dall'Universo Subnucleare all'Universo fatto con Stelle e Galassie. Negare questa Logica corrisponderebbe a negare l'esistenza della Scienza. Per i non credenti la Scienza esiste, l'Autore no.

È questo il problema che porta all'abisso. Il resto - per dirla alla Einstein - sono dettagli, con i quali si possono riempire pagine e pagine di libri, riviste, giornali, ma che restano dettagli. Da quando Papa Francesco ha risposto a Scalfari invitandolo a «fare un pezzo di cammino insieme», molti nuovi dettagli sono venuti fuori mettendo insieme pensatori di ogni epoca, inclusa l'era pre-galileiana.

Ci limiteremo a due sintesi di dettagli per richiamare l'attenzione sul loro conflitto con le conquiste della Scienza. La prima sintesi riguarda un teologo il quale sostiene che la struttura portante della nostra esistenza è l'energia. Quantità che esiste nell'Immanente e che non può essere parte del Trascendente. La Scienza insegna infatti che Trascendente e Immanente debbono restare nettamente distinti. Ed è sempre la Scienza a dirci che nell'immanente l'energia è una e solo una delle sette strutture fondamentali. Se l'Immanente fosse fatto solo d'energia noi non potremmo essere qui a parlarne. Il pensiero di questo teologo è in conflitto con le conquiste della Scienza.

La seconda sintesi di dettagli riguarda il più grande filosofo dei tempi moderni: Immanuel Kant. Per Kant lo Spazio e il Tempo sono colonne portanti della nostra conoscenza soggettiva. Se l'Autore della Logica che regge il mondo avesse seguito le idee di Kant, non potrebbe esistere la vita. Essa dipende infatti dalla legge che permette alla massa di trasformarsi in energia. Spazio e Tempo debbono essere indissolubilmente legati in una miscela che deve essere «complessa»: il che vuol dire una parte è reale mentre l'altra parte deve essere immaginaria. Dove reale e immaginaria sono due rigorose proprietà fisico-matematiche. Ci sono voluti tre secoli di Scienza Galileiana per scoprirlo. Vediamolo un po' meglio. Quella cosa detta Spazio e che si misura col metro (esempio: lunghezza, larghezza e altezza di una stanza) e quella cosa detta Tempo, che si misura con l'orologio, non sono separabili. Non può esistere solo lo Spazio e solo il Tempo. Debbono esistere entrambi legati indissolubilmente. E non possono essere entrambi reali; uno dei due deve essere «immaginario». Non stiamo parlando di un dettaglio banale. Se lo Spazio e il Tempo non avessero queste incredibili proprietà non potrebbe esistere - come detto prima - la trasformazione di massa in energia. Trasformazione che sorprese molto il suo scopritore: Einstein. Su questa scoperta meditò per tre mesi prima di pubblicarla; cosa che Einstein raccontò al suo giovane assistente, Peter Bergmann, tanti anni dopo. Potremmo continuare con altri mille dettagli ma il nodo cruciale sta sempre nell'atto di fede tra il Nulla e il Creatore. Per i credenti quando il Sole si spegnerà noi continueremo a esistere nella sfera Trascendentale del Creato. Questo traguardo ha bisogno di un atto di fede nel Creatore di tutte le cose visibili e invisibili. Per i non credenti, quando il Sole si spegnerà tutto sarà finito. Questa conclusione ha bisogno anch'essa di un atto di fede. Stavolta non nel «Creatore» ma nel «Nulla».

Il ponte che Papa Francesco vuole costruire con Scalfari, al fine di iniziare a percorrere «un pezzo di cammino insieme» deve essere fatto in modo che i dettagli scelti, per andare avanti nella costruzione del ponte, siano liberi da qualsiasi conflitto con le

conquiste della Scienza. Il «pezzo di cammino insieme» ha come traguardo il bene dell'umanità e la Scienza unisce credenti e non credenti. Giovanni Paolo II insegna infatti che «Scienza e fede sono entrambe doni di Dio».

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