L'attuale contesto economico non permette di guardare al futuro con un'enorme dose di ottimismo. O meglio: le prospettive del domani possono anche essere rosee, ma bisogna fare i conti con le complicate circostanze di oggi che non sono poi così lontante da quelle di un passato che ha lasciato negativamente il segno. Infatti Giulio Tremonti ha fatto notare che "la crisi del 2008 non è mai finita" e ha affermato senza girarci attorno che "oggi la situazione è più grave di 15 anni fa".
L'allarme di Tremonti
L'ex ministro dell'Economia ha posto l'attenzione sul passaggio dall'austerity alla liquidity: a tal proposito ha sottolineato che la massa monetaria non si contabilizza più in miliardi, "ma in trilioni e vale tre volte la ricchezza economica globale". Nell'intervista a La Stampa ha annotato che le incertezze non mancano ma ha riconosciuto che "il passato contiene già il futuro". Ad esempio ha citato La Tempesta Shakespeare e il palazzo degli Archivi Nazionali americani a Washington.
"Forse andrebbe scritto anche sul frontone della Federal Reserve a monito delle banche centrali", ha dichiarato Tremonti. Secondo cui ciò che sta accadendo, da Svb a Credit Suisse, non è altro che "il prodotto di una globalizzazione troppo veloce e senza regole". Dunque a suo giudizio si sta assistendo alla chiusura di un ciclo iniziato 30 anni fa tra finanza e geografia "perché senza la finanza non ci sarebbe stata la globalizzazione".
Il monito alla Bce
Il deputato di Fratelli d'Italia ha indicato la strada per uscire dalla crisi della globalizzazione, individuando nell'economia la soluzione dei problemi: "Con una stagione di regole. Passando dalla finanza alla politica. Dal commercio libero a quello giusto". E non ha fatto mancare una stoccata all'indirizzo della Banca centrale europea, che proprio negli ultimi giorni ha deciso di portare i tassi al 3,5%.
Tremonti ha sostenuto che la Bce fa "molta fatica a comprendere la realtà che essa stessa ha creato" e ha puntato il dito contro i banchieri, accusati di ignorare "la forza dei computer attivi nella finanza". Dal suo punto di vista è necessario partorire una risposta europea: gli eurobond per il Covid-19 e il sostegno all'Ucraina hanno rappresentato una sorta di riscatto dell'Unione europea, ma ha denunciato che "non ha ancora evidente la follia della dimensione finanziaria".
L'ex ministro ha rimarcato che la speculazione "ha appena cominciato il suo sinistro lavoro" e pertanto deve essere considerato come "il vero nemico". Eppure allo stato attuale l'Ue sta rivolgendo le sue attenzioni verso quello che è stato definito un vero e proprio "eccesso di suggestione ambientale".
A far discutere in particolar modo sono le case green entro il 2033 e lo stop dal 2035 alla vendita di auto nuove a benzina e diesel (anche se grazie al pressing del governo italiano si è arrivati a un rinvio importante). Il risultato? La situazione "spiazza l'industria".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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