L'appello al sindaco: "Il Comune di Firenze deve uscire da X"

Mozione di quattro consiglieri comunali fiorentini (tre di Avs ed una del Pd) per chiedere che il Comune abbandoni la piattaforma social che appartiene ad Elon Musk: "È un megafono per diffondere idee politiche e fare propaganda"

L'appello al sindaco: "Il Comune di Firenze deve uscire da X"
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A Firenze è esploso un caso che si intreccia tra politica e social, con Elon Musk sullo sfondo. Stiamo parlando della mozione con cui alcuni consiglieri comunali di Avs (Alleanza Verdi Sinistra) e Pd chiedono al Comune di cancellare l'account su X. Il motivo è presto detto: "Musk ha apportato notevoli e drastici cambiamenti nell’azienda, a partire da un clamoroso restyling che ha coinvolto sia il nome che il logo della piattaforma social. X si è trasformato in uno spazio sempre più polarizzato e divisivo e spesso è stato utilizzato da Musk come un megafono per diffondere idee politiche e fare propaganda".

Tutti gli altri social, quindi, vanno bene: Facebook, Linkedin, Telegram Instagram, e fino a poco fa andava bene anche Tweitter. Poi, però, con i cambiamenti che ci sono stati e l'ingresso in politica - di fatto - di Musk, meglio cambiare aria.

Nelle intenzioni dei consiglieri comunali Giovanni Graziani, Caterina Arciprete, Vincenzo Pizzolo e Alessandra Innocenti è necessario abbandonare X.

Una delle motivazioni addotte, in realtà, fa un sorridere: diversi personaggi pubblici hanno lasciato la piattaforma a causa di "contenuti razzisti, fuorvianti violenti e offensivi". Ora, che taluni vip abbiano deciso di cancellare il proprio profilo è sicuramente vero: ma che c'entra un'istituzione? Più dura la considerazione espressa sulle finalità (non troppe nascoste) di X: "Attraverso i suoi algoritmi e le dichiarazioni del suo proprietario, si registrano ingerenze nella vita democratica di alcuni Stati, tra cui Germania e Regno Unito".

Come

esempio virtuoso di città che hanno già abbandonato X, si legge nella mozione, troviamo Parigi e Barcellona, ricordando che la piattaforma "amplifica la disinformazione, banalizzando dichiarazioni oltraggiose se non violente".

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