Rinvio dell'aumento dell'aliquota Iva di tre mesi più tre e misure per incentivare il mercato del lavoro. Ma a quale prezzo? Una stangata fiscale su tutti i fronti. All'indomani del duro faccia a faccia tra Enrico Letta e Silvio Berlusconi, il Consiglio dei ministro ha messo a punto un pacchetto di provvedimenti per rilanciare l'occupazione e la crescita stanziando circa 1,5 miliardi di euro. L'obiettivo è aiutare l’assunzione di 200mila giovani italiani. "Abbiamo trovare coperture senza creare nuovo debito e rispettando le direttive comunitarie - ha spiegato il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni - abbiamo fatto un grosso lavoro di coperture certe che nel breve periodo non comportano aggravi per i cittadini". In realtà, il pacchetto è una grandissima fregatura per tutti i contribuenti: il rinvio dell’aumento di un punto dell’Iva sarà, infatti, coperto dalla tassa sulle sigarette elettroniche e dal rincaro sugli acconti fiscali di Irpef, Ires e Irap. Una batosta che la Cgia di Mestre ha quantificato intorno ai 2,6 miliardi di euro. Insomma, altro che sforbiciata alle tasse.
Il vicepremier Angelino Alfano promuove a pieni voti il pacchetto licenziato dal Cdm: "Abbiamo messo a segno altri due gol". La prima sarebbe il decreto lavoro che stanzia 800 milioni di euro per promuovere l'occupazione giovanile. I datori di lavoro incasseranno fino a un massimo di 650 euro mensili per ogni lavoratore assunto a tempo indeterminato. E fin qui tutto bene. Il secondo "gol" sarebbe il rinvio dell'aumento dell'Iva. Rinvio contro cui lo stesso Saccomanni si era a lungo battuto dal momento che non riusciva a trovare le coperture economiche. A far cambiare strada al titolare del dicastero dell'Economia è stata la lunga cena di ieri sera a Palazzo Chgi. Letta e Berlusconi, alla presenza del vicepremier Angelino Alfano e di Gianni Letta, hanno affrontato tutte le questioni irrisolte su cui il Cavaliere ha tenuto il punto spiegando al premier che il Pdl non può arretrare su alcune misure ritenute ineludibili contenute nel programma elettorale. "Attendiamo i fatti", avrebbe ribadito Berlusconi. Letta ha, infatti, confermato un primo rinvio dell’aumento dell'aliquota Iva a settembre con la possibilità di un ulteriore spostamento a fine dicembre: "Il decreto andrà in parlamento e lì si verificherà insieme alle commissioni parlamentari l’eventuale ulteriore differimento rispetto al primo di ottobre". Per ora, infatti, è stata trovata la copertura economica solo per il primo trimestre. Ma a quale prezzo? Gli li articoli 10 e 11 del decreto legge approvato oggi prevedono, infatti, che la manovrina sull'Iva sia coperta dalla tassa sulle sigarette elettroniche e, in maniera ben più consistente, da acconti fiscali di Irpef, Ires e Irap più cari. E non si fermano certo a questo. È previsto anche un aumento dell’acconto che gli istituti di credito sono tenuti a versare sulle ritenute sugli interessi e i redditi da capitale. Deluso Daniele Capezzone, Presidente della Commissione Finanze della Camera: "Sul lavoro - spiega - siamo lontanissimi (per la platea coinvolta e per le modalità scelte) da quella detassazione totale per i nuovi assunti che avrebbe potuto determinare i numeri necessari ad una vera scossa positiva sul terreno occupazionale. Sull’Iva - aggiunge - siamo dinanzi a una soluzione obiettivamente di non alto profilo".
Per il contribuente sono in arrivo una serie di rincari piuttosto pesanti. A decorrere dal 31 dicembre 2013 la misura dell’acconto dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) passa al 10%, mentre finora era al 99 %.Per quanto riguarda l'Ires, invece, il decreto stabilisce che la misura dell’acconto dell’imposta sul reddito delle società passa dal 100 al 101%. Per l'Irap, infine, il governo ha fissato il versamento di acconto al 110%. Secondo i calcoli della Cgia di Mestre, questo scherzetto costringerà le imprese e i lavoratori autonomi ad anticipare all’erario 2,6 miliardi. Una vera e propria stangata. Un importo che copre abbondantemente lo slittamento sino a fine anno dell’aumento dell’Iva che, secondo le fonti del governo, dovrebbe costare 2 miliardi. "Ha il sapore di una vera e propria beffa"
538em;">, ha tuonato il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi denunciando che i rincari fiscali contribuiranno a peggiorare la situazione finanziaria di artigiani, commercianti, liberi professionisti e piccoli imprenditori che da tempo denunciano a gran voce di non disporre della liquidità necessaria per mantenere in piedi l’attività.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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