"Il lavoro? Va conquistato" Aspre critiche sulla Fornero

L'intervista al Wall Street Journal scatena un putiferio: "Il lavoro non è un diritto? Va guadagnato". Critica l'opposizione. Lega Nord: "Ha giurato sul Topolino?"

"Il lavoro? Va conquistato" Aspre critiche sulla Fornero

"Il posto di lavoro non è un diritto, deve essere guadagnato". Le dichiarazioni della Fornero al Wall Street Journal hanno scatenato un putiferio. Nello stesso giorno in cui il disegno di legge sul lavoro passa alla Camera, il ministro del Lavoro risponde al quotidiano, che aveva definito inconcludente la riforma in via di approvazione e in un'intervista specifica l'intento dell'esecutivo.

Le dichiarazioni del ministro si trovano contro un fronte compatto di critiche. Da Di Pietro, che lo mette sul suo blog, a Paolo Ferrero di Rifondazione Comunista, fino alla Lega Nord, tutti fanno notare che i ministri giurano sulla costituzione. E che senza andare troppo avanti nella lettura del testo, è il primo articolo a parlare di una Repubblica fondata sul lavoro. 

"La badessa Fornero ha riscritto, tutta da sola e senza chiedere il permesso a nessuno, l'articolo 1 della Costituzione",

scrive Di Pietro. "Si rilegga gli articoli 1 e 4", incalza Ferrero. E Gianvittore Vaccari, senatore del Carroccio, si chiede se il ministro del Lavoro abbia giurato "sulla Costituzione o su Topolino".

Ma per la Fornero l'intera discussione è basata su un malinteso. Il ministro replica a quanti la criticano e tenta di correggere la rotta, sottolineando come  intendessi dire che bisogna "proteggere le persone, non i loro posti", perché il lavoro "deve essere guadagnato".

A difendere il suo punto di vista ci pensa il sottosegretario all'Economia Gianfranco Polillo, che rincara la dose e risponde alle critiche dell'opposizione: "Non c'è dubbio che la Costituzione riconosca il diritto al lavoro, ma questo diritto va sostanziato perchè ahimè in un’economia di mercato non basta fare appello alla Costituzione".

Idv e Lega hanno presentato singolarmente due mozioni di sfiducia contro il ministro del Lavoro, che saranno esaminate nella settimana dal 2 al 6 luglio, con discussione il 3 e voto il 4.

Intanto la Camera ha dato il via libera definitivo alla riforma, con 393 voti favorevoli, 74 contrari e soltanto 46 astenuti.

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