Grillo caccia i senatori dimissionari. E altri cinque sono pronti all'addio

Il comico caccia Bencini, Bignami, Casaletto, Mussini e Romani perché si erano opposti alle espulsioni di Orellana & Co. Busta di proiettili agli ex Cinque Stelle

Grillo caccia i senatori dimissionari. E altri cinque sono pronti all'addio

I cinque senatori dimissionari sono fuori dal Movimento 5 Stelle. Adesso è ufficiale. Sul blog Beppe Grillo mette nero su bianco l'espulsione (irrevocabile) di Alessandra Bencini, Laura Bignami, Monica Casaletto, Maria Mussini e Maurizio Romani. "È stato loro chiesto se confermassero o meno la propria posizione e l’hanno ribadita - ha sottolineato il comico genovese - i senatori dimissionari si sono pertanto isolati dal Movimento 5 Stelle e non possono continuare ad esserne rappresentanti ufficiali nelle istituzioni". Un scelta dittatoriale che ha fatto infuriare la base grillina. Tanto che altri cinque senatori starebbero pensando di lasciare il movimento. "Se espelliamo tutti i senatori che lavorano, che rispettano le regole e che restituiscono i soldi - ha commentato Fabrizio Bocchino - andrà a finire che svuoteremo il M5S di quelle competenze necessarie per cambiare il paese".

Continuano le espulsioni di chi dissente dalla linea del leader pentastellato. E continuano le epurazioni via blog con post che espongono le fotografie dei parlamentari "traditori" da cacciare. Adesso a finire nella black list del comico genovese sono Bencini, Bignami, Casaletto, Mussini e Romani. "I senatori eletti come portavoce del M5S hanno rassegnato le loro dimissioni dal Senato e le hanno presentate ufficialmente al presidente del Senato, Piero Grasso - ha sentenziato Grillo sul blog - questo gesto non è stato motivato da particolari situazioni personali, familiari o di salute, come solitamente avviene in questi casi, ma come gesto politico in aperto conflitto e contrasto con quanto richiesto dal territorio, stabilito dall’assemblea dei parlamentari del Movimento 5 Stelle, confermato dai fondatori del M5S e ratificato dagli iscritti certificati in Rete, in merito ai quattro senatori espulsi". I quattro "silurati" nei giorni scorsi erano Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista. E siamo a meno nove. I parlamentari stellati cadono uno dopo l'altro. Tanto che Battista punge il "Caro Leader" su Twitter: "Highlander! Resterete tu e Roberto. Ottima prova di democrazia". Non è l'unico. Anche Campanella: "Alla fine avranno difficoltà ad organizzare una briscola". "Grillo in salsa nord coreana - ha commentato il senatore Francesco Scalia - forse punta a candidarsi alla successione di Kim Jong-un".

"Grillo non ha la cultura del dissenso, questo è il problema principale - ha spiegato Bocchino intervenendo ad Agorà - il pensiero critico in un movimento così variegato, che prende consensi da destra e da sinistra, è fondamentale". Al Senato il desiderio degli epurati è di formare un nuovo gruppo. Al momento, però, i numeri non ci sono. "Alla fine se andranno i migliori - ha commentato Battista a Radio Città Futura - vedo i miei colleghi che mentono, ma anche lo stesso Grillo". Il malcontento per le espulsioni e le faide interne sta gravemente erodendo i consensi di Grillo e agitando gli animi degli stellati.

Oggi è stata intercettata una busta con proiettili a Orellana e Battista. Nella missiva, intercettata al centro di smistamento di Roserio, erano
citati anche Bocchino, Campanella e Paola De Pin, la senatrice uscita dal M5S qualche mese fa.

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