I voltafaccia di Carlo Calenda ormai non stupiscono e, non a caso, hanno caratterizzato il suo operato sia in occasione delle elezioni politiche sia nel corso dell'esperienza fallimentare del Terzo Polo. Probabilmente anche le retromarce hanno contribuito alle batoste elettorali di Azione&Co. L'ultima piroetta è stata effettuata sul tema delle alleanze: il Partito democratico di Elly Schlein è stato visto fin da subito come un'anima da cui prendere le distanze, mentre ora l'ex ministro dello Sviluppo economico non ha chiuso le porte ai dem.
L'apertura di Calenda a Schlein
La vittoria di Schlein alle primarie del Pd era stata giudicata dal Terzo Polo come un elemento di chiarezza in grado di far partire un cantiere per i riformisti, esclusi dall'asse del Partito democratico totalmente sbilanciato a sinistra. Calenda è rimasto così fermo nelle sue posizioni? Non si direbbe. Intervistato da La Repubblica, il leader di Azione ha lasciato qualche spiraglio per un'alleanza con il nuovo segretario del Pd: "Mai dire mai".
Calenda ha provato a dettare una sorta di condizione, ad esempio allontanarsi dalla linea del Movimento 5 Stelle ed esprimersi in maniera netta su temi di rilievo come il termovalorizzatore. "Non prendono posizione, mentre sarebbe ora", ha aggiunto come se volesse spronarli ad accelerare. Sarebbe curioso sapere dove è finita quella intransigenza con cui l'ex ministro aveva sbattuto la porta in faccia al nuovo Pd guidato da Elly Schlein.
Solamente il 16 marzo sul palco della Cgil la sua dichiarazione non lasciava spazio a libere interpretazioni. "Potrei governare con le persone che sono qua? No", aveva affermato alla presenza di Elly Schlein, Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni. E allora quale sarebbe il progetto di Calenda? Ipotizzare un'alleanza con il Pd solo per provare a vincere le elezioni per poi non far nascere l'esecutivo? Sarebbe stano, visto che sempre lui si era detto contrario a una strategia del genere.
"Cosa ne pensano Carfagna e Gelmini?"
Le parole di Calenda non sono passate inosservate e sono state rilanciate sui social in tempo zero paragonandole alla chiusura di solo poche settimane fa. Ad esempio Riccardo Puglisi, economista e docente di Scienza delle finanze all'università di Pavia, ha riportato l'apertura al Partito democratico avvenuta sulle colonne della "ex gloriosa La Repubblica" e ha invitato due personalità a esprimersi su quanto accaduto: "Chissà che cosa ne pensano Mara Carfagna e Mariastella Gelmini...".
Mi dicono che @CarloCalenda -in un’intervista sull'ex gloriosa @repubblica- non esclude un’alleanza con @ellyesse .
— Riccardo Puglisi (@ricpuglisi) April 14, 2023
Chissà che cosa ne pensano @mara_carfagna e @msgelmini...
In effetti non va dimenticato che entrambe avevano deciso di lasciare Forza Italia e abbracciare il progetto del Terzo Polo con la speranza di essere al centro di chissà quale cantiere centrista e moderato. E ora potrebbero finire per ritrovarsi al fianco di Elly Schlein, di un Partito democratico che tende la mano al Movimento 5 Stelle e assume via via posizioni sempre più radicali.
Calenda è stato bersagliato da alcune considerazioni ironiche e critiche in seguito all'ennesima giravolta con cui ha smentito se stesso: "È alla frutta"; "Follia pura"; "Un disperato"; "Sono cose che si dicono poi si vede come butta e nel caso si trovano scuse o si afferma il contrario".
In molti hanno pronosticato che Calenda andrà a dissolversi nelle ceneri del Pd e c'è chi non ha rinunciato alle battute: "Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi, prendono le scoppole da Renzi, e poi tornano".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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