La mamma e i suoi tre figli arsi vivi nella cascina dei sogni

La mamma e i suoi tre figli arsi vivi nella cascina dei sogni

Salerano sul Lambro (Lodi) Canna fumaria non adeguamente pulita né isolata e divampa un rogo che inghiottisce e uccide quattro persone: madre e tre figli. È successo tutto nella nottata tra sabato e domenica alla cascina Vistarina a Salerano Sul Lambro. Nel giorno di festa più importante dell'anno e nella location che ogni Natale attira migliaia di visitatori da ogni parte del mondo attirati dall'esclusiva collezione di centinaia presepi e diorami che ospita. Mentre i vigili del fuoco non lo nascondono: la tragedia poteva essere evitata. Le vittime sono egiziane: Makhlouf Ragab, madre di 43 anni e tre dei suoi quattro figli: Rami, Amrò e Hadir, rispettivamente di 16, 12 e 19 anni, tutti studenti in scuole lodigiane. Della famiglia, ora, rimane uno dei figli, Islam, 18 anni, meccanico a Lodi e il marito e padre Ashraf Mohamed Abdel Raman, 49 anni, saudita di origini, con cittadinanza egiziana e italiana, nel nostro Paese da 30 anni e di professione mungitore «che svolgeva qui dal 2004», come ha spiegato Paolo Cazzulani, proprietario della cascina. Il suo lavoro lo ha salvato.
Ma ecco i fatti. Mancano pochi minuti alle 6 di domenica mattina. In casa stanno riposando i quattro figli con la madre. Il padre è a pochi metri, nell'ala della cascina con il bestiame, a lavorare. Il primo a svegliarsi è il figlio Islam: ha il sonno più leggero degli altri, è sempre stato così. Si rende quasi subito conto della tragedia in atto. Cerca di svegliare gli altri mentre le fiamme divampano. Sono minuti convulsi, in cui le stanze della tipica costruzione a schiera di inizi novecento, di quelle adibite a casa dei contadini, si riempiono di fumo e gas irrespirabile - quello che ucciderà fratelli e madre - oltre che di fiamme. Islam fa appena in tempo a uscire di casa, come lui stesso spiegava ieri in ospedale, e a correre a chiamare il padre. Poi torna alla casa e cerca di rompere i vetri. Con le sue mani, il che gli provocherà anche ferite per cui è in cura tuttora in ospedale. Nel frattempo il padre prende il trattore e cerca di sfondare così vetri, infissi, la porta d'ingresso. Troppo tardi. I quattro familiari sono già morti, i tre fratelli abbracciati e la madre, il cui corpo verrà trovato successivamente, poco più in là: per intossicazione e quindi asfissia. Non hanno avuto la forza di trascinarsi oltre la porta che gli avrebbe consentito di respirare e, forse, salvarsi.
La notizia si sparge in un attimo in una Salerano in gran festa per la sagra della Candelora. Il sindaco Stefania Marcolin preannuncia il lutto cittadino per la giornata dei funerali. Mentre il padre: «Non ho più niente per cui lottare, qui». Le amiche delle tre giovani vittime, Valentina, Maria, Tamang e Gencay, come tanti altri amici affranti, raccontano di una famiglia solare: «Da loro si respirava una gran voglia di vivere». E un epilogo così tragico nessuno se lo sarebbe aspettato. Ma i vigili del fuoco provano a spiegarne le ragioni: «Trarremo poi le conclusioni dei nostri sopralluoghi - ha voluto specificare Andrea Manna, architetto dirigente antincendio dei vigili del fuoco di Lodi - ma possiamo già dire che, probabilmente, qui abbiamo avuto una non ottimale pulizia costante, di manutenzione ordinaria, della canna fumaria. Così avrebbero preso fuoco le incrostazioni che via via si sono formate all'interno del manufatto.

La catramina di isolamento trovata sotto il tetto avrebbe fatto il resto: da cappa, impedendo ai fumi di uscire. Ritengo sarebbe bastato isolare, oltre che tener ben pulita la canna fumaria». Una tragedia, insomma, che si poteva evitare.

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