Tutti ai posti di partenza. E via. Comincia l’iter parlamentare della legge di stabilità con un percorso che inizia dal Senato dove domani parte la sessione di bilancio. Una manovra per il 2014 da 11,6 miliardi di euro per la quale si annuncia una vera e propria corsa a ostacoli con il pressing di forze politiche e parti sociali per i numerosi i cambiamenti, annunciati e richiesti. Perché, se è vero come annunciato in pompa magna al momento del varo dal presidente del Consiglio Enrico Letta, che per la prima volta da anni non si aumentano le tasse, proprio sulle tasse si concentrano gli strali del centrodestra e, in particolar modo, del Pdl. E senza contare il capitolo lavoro con le parti sociali, imprese e sindacati, sul piede di guerra.
Se sabato ha fatto sentire la propria voce il presidente della Confindustria Giorgio Squinzi, che è in trepida attesa di un incontro con il governo, oggi è toccato ai sindacati che hanno deciso quattro ore di sciopero con manifestazioni territoriali da mettere in campo da qui a metà novembre. "La manovra - ha spiegato - del tutto simbolica e quindi inefficace". Sul costo del lavoro la legge prevede meccanismi di contenimento della spesa in tutti i settori, con misure orizzontali che riguardano tutto il pubblico impiego. A proposito del cuneo fiscale il capo del governo ha ribadito, a chi lo ha sentito ieri, di essere favorevole a una rimodulazione che tenga conto dei figli e del carico familiare. Ma è il nodo delle tasse - e in particolar modo quelle che pendono sulla casa - che l'esecutivo rischia di capitolare. Sebbene il dicastero dell'Economia si sia affrettato a precisare in merito a vecchie e nuove imposte che i 3,7 miliardi previsti come gettito dalla nuova Tasi sono meno dei circa 4,7 miliardi garantiti dalla vecchia Imu e dalla componente Tares servizi indivisibili, i conti della Ragioneria generale dicono tutt'altro. Tanto da innescare l'ennesimo braccio di ferro sull’ipotesi di una "nuova stangata" evocata dal Pdl. "Basta con i giudizi affrettati - ha frenato il presidente della Commissione Bilancio Azzollini (Pdl) - bisogna leggere il testo definitivo". Il minor gettito per i comuni, ha precisato il ministero delle Finanze, è compensato da trasferimenti dallo Stato. Insomma i conti della relazione tecnica sono chiari ma indubbiamente i cambiamenti che il provvedimento, che per la prima volta dopo diversi anni approda in parlamento sotto forma di testo aperto, sono numerosi. A patto, come sottolineato anche ieri dall’esecutivo di restare a saldi invariati.
Il governo dovrà districarsi tra una selva di richieste. "C'è il forte timore che nel passaggio da decreto a legge - ha spiegato il numero uno di Confindustria Giorgio Squinzi - saltino fuori le solite porcate, porcherie, di cui abbiamo larga esperienza nel passato: mi auguro che questo non avvenga". L'obiettivo di Letta è, a suo dire, cercare di evitare un effetto peggiorativo, il "pateracchio" come lo ha definito ieri il leader degli industriali, e al tempo stesso mantenere quel rigore necessario per il risanamento con la Commissione europea che entro metà novembre si pronuncerà sul lavoro messo a punto dal governo. Si vedrà allora come incidere sui 11,6 miliardi messi a disposizione (3,5 per sgravi fiscali, un miliardo per gli enti territoriali, 500 milioni per pagare i debiti commerciali, 3,9 miliardi per spese inderogabili e 2,5 miliardi per nuovi progetti di spesa). Stando alla Relazione Tecnica, nel 2014 l’effetto finanziario dell’incremento delle detrazioni per reddito di lavoro dipendente sarà pari a 1.560,9 milioni di euro. Di migliorarla con "idee coraggiose" parla il presidente dei senatori Pdl Renato Schifani il quale si dice certo che "anche i ministri del Pdl faranno la loro parte e che il governo Letta saprà far suoi tutti i suggerimenti a parità di saldi". Il vicepresidente del Senato Gasparri chiede che il Pdl, testo alla mano, si riunisca per esaminare la legge e punti alle modifiche possibili su casa, lavoro, risparmio e sicurezza. Dal Partito democratico intanto un suggerimento arriva dal candidato alle segreteria Gianni Cuperlo che parla di "alcuni punti fermi irrinunciabili" dei quali via del Nazareno dovrà tenere conto nell’iter parlamentare.
Tra questi l’indicizzazione delle pensioni fino a sei volte il minimo. "Quanto agli esodati - ha proseguito - non va bene che siano solo seimila quelli messi in sicurezza. Abbiamo detto che è un impegno morale quello di ricomprendere tutti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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