Mazzata sui rifiuti: con la Tares si paga fino al 140% in più

La decisione dell'esecutivo di spalmare la tassa su tre rate non risolve il problema: a dicembre un nuovo colpo per i contribuenti

Mazzata sui rifiuti: con la Tares si paga fino al 140% in più

Roma - A leggere bene il decreto, ma proprio bene e magari con l'aiuto di un tecnico, si capisce che sulla Tares per i cittadini non ci sono buone notizie. Che i conti dei comuni sono stati in qualche modo salvaguardati, ma che le tasche dei contribuenti si svuoteranno. Cambia e resta aperta solo la modalità del salasso: spalmato in tre rate oppure tutto in una volta a dicembre. Un po' come succede per quelle maxi-rate delle auto finite recentemente nel mirino dell'Antitrust.
In sintesi, il decreto approvato sabato dal consiglio dei ministri, quello che regola la restituzione dei debiti della Pa, nella ultima versione lascia ai comuni la facoltà di decidere «sul numero delle rate e sulla scadenza» delle stesse, nel passaggio al nuovo regime fiscale.

Un po' più di flessibilità nell'introdurre la nuova tassa comunale sui servizi e sui rifiuti, che resta decisamente più cara delle precedenti Tarsu e Tia (nelle due versioni). Ma la Tares entrerà comunque in vigore e, entro dicembre, dovrà portare alle casse dello stato e in quelle comuni quanto previsto. Arretrati compresi.
Per dirla con il sottosegretario alla presidenza del consiglio Antono Catricalà, «nel 2013 resta in piedi il meccanismo della Tarsu per le prime due rate: si pagherà quanto pagato l'anno scorso e non ci saranno sorprese. Il bollettino sarà inviato dalle amministrazioni. Sull'ultima rata ci potrà essere un conguaglio». Salvo correzioni in corsa da parte del Parlamento (ad esempio il senatore Pdl Antonio D'Ali ha annunciato che chiederà l'eliminazione degli aumenti) la sorpresa arriverà a fine anno.
Il problema è l'ammontare del conguaglio di dicembre. Percepito dai più come la parte alla quale il governo non vuole rinunciare, cioè quei 30 centesimi di euro per metro quadro che corrisponde alla parte di tassa che si prende lo stato centrale. Se fosse così non sarebbe una tragedia. La simulazione riportata qui è dell'assessore alle finanze di Santa Margherita Ligure Giovanni Battista Raggi, stima in una trentina di euro medi.

Il fatto è che il conguaglio non potrà non comprendere il differente metodo di calcolo della Tares rispetto alle vecchie tasse e tariffe. Per i comuni che hanno ancora la vecchia Tarsu andrà peggio rispetto a chi ha già adottato la Tia. Il rincaro potrà arrivare anche al 140%. Da scontare, magari, in dicembre. In contemporanea con il saldo Imu e altre scadenze fiscali. «Mi sembra opportuno non fruire di questa strana possibilità di fare pagare tutto in dicembre. Se non saranno trovate altre soluzioni, e mi pare improbabile, meglio spalmare gli effetti della nuova tassa sulle tre rate», spiega l'assessore Raggi.

Non è una soluzione, insomma. E se ne sono accorti anche i sindacati. «È un rinvio della stangata - osserva Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil - il problema viene solo spostato. E l'impressione è che si voglia lasciarlo in eredità al prossimo governo». Secondo i calcoli della Uil per le famiglie la nuova tassa sui rifiuti, nel 2013, porterà aumenti medi di circa 80 euro rispetto ai 225 euro medi pagati nel 2012, con le vecchie Tarsu e Tia. E l'imposta complessiva arriverà a 305 euro medi. Ancora più pesante la batosta per le imprese.

Confcommercio giorni fa ha calcolato che un ristorante da 200 metri quadrati, potrebbe pagare due rate da 267,60 euro e in dicembre una maxi-rata da 4.200 euro. Il decreto ultima versione, di fatto, non ha cambiato questa situazione, ha solo dato ai comuni la facoltà di modulare in modo diverso il pagamento.

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