La longa manus del tribunale di Milano incombe ancora su Silvio Berlusconi. Dopo il voto sulla decadenza da senatore, le toghe si sono ritirate a Palazzo di Giustizia ma sono già pronte a sferrare l'ennesimo attacco giudiziario. Con un sincrono che fa impallidire i migliori orologiai svizzeri, all'indomani dell'accordo con Matteo Renzi sulla riforma della legge elettorale i giudici milanesi hanno subito affilato le armi. Così, mentre il tribunale di Sorveglianza di Milano mette il turbo per discutere sull'affidamento di prova ai servizi sociali, la procura guidata dal procuratore capo Edmondo Bruti Liberati si prepara a iscrivere il Cavaliere nel registro degli indagati per il "Ruby Ter". Una mossa che, stando ai rumors che corrono a Palazzo di Giustizia, punterebbe a far saltare l'accordo sulla legge elettorale.
La magistratura si è rimessa in moto. La tempistica è quantomeno singolare, non c'è che dire. Poche ore prima che iniziasse la segreteria del Partito democratica, convocata da Renzi per presentare la riforma della legge elettorale messa a punto col leader di Forza Italia, il tribunale di Sorveglianza di Milano ha fissato all'11 aprile l’udienza in cui verrà discusso l’affidamento di prova ai servizi sociali di Berlusconi, condannato a quattro anni di carcere nel processo Mediaset. Il provvedimento di fissazione dell’udienza è stato notificato ai difensori proprio oggi. E fa il paio con un'indiscrezione che, trapelata dagli uffici del tribunale meneghino, è stata immediatamente riportata da Dagospia. Si tratta solo di rumors che, almeno per il momento, la procura guidata da Bruti Liberati non smentisce. Tuttavia, il condizionale è d'obbligo quando si ha a che fare coi giudici milanesi che, dopo svariati mesi passati a passare gli atti del processo Ruby al quarto piano di Palazzo di Giustizia, sarebbero pronti ad "annunciare l'iscrizione sul registro degli indagati" di Silvio, proprio mentre questi si appresta a siglare con Renzi un accordo storico di riforma costituzionale.
C'è chi aspetta il nuovo assalto giudiziario da almeno una settimana. Secondo Dagospia, però, l'annuncio dei pm milanesi potrebbe arrivare domani. Il blitz di Renzi e Berlusconi sulle riforme ha spiazzato a tal punto la procura da farla correre ai ripari? È la risposta delle toghe all'Italicum inviso alla sinistra radicale e alla vecchia guardia del Pd? "I primi effetti delle sentenze Ruby1 e Ruby2 dovevano essere una nuova inchiesta su presunte false testimonianze di Olgettine e altri testimoni in favore del Cavaliere - fa notare Francesco Bonazzi su Dagospia - nelle motivazioni del Ruby2, depositate a fine novembre, si ipotizzava anche il reato di corruzione in atti giudiziari per via di quegli stipendi corrisposti mensilmente da Arcore alle ragazze del bunga bunga". L'apertura formale del terzo filone d'inchiesta legato al Rubygate era attesa addirittura prima di Natale o, al più tardi, entro i primissimi giorni dell'anno. L'accelerata di Berlusconi e Renzi per trovare un'intesa sulla riforma della legge elettorale deve aver spiazzato le toghe che adesso si affrettano a indagare per "corruzione in atti giudiziari".
L'iscrizione nel registro degli indagati metterebbe a rischio le riforme? Impossibile dare una risposta.
Se da una parte il leader di Forza Italia ha le spalle grosse per incassare l'ennesimo assalto della magistratura, dall'altra il vecchio establishment piddino sarebbe svelto nel saltare alla gola di Renzi accusandolo nuovamente di "stringere accordi con un pregiudicato". Se così fosse, insomma, le riforme rischierebbero (ancora una volta) di rimanere appese al cappio della giustizia politicizzata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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