La foto di Donald Trump che annuncia l’avvio dei rimpatri negli Usa, con tanto di migranti incatenati, ha destato scandalo. Il progetto del governo Meloni, che vorrebbe portare i clandestini provenienti da Paesi sicuri in Albania per valutare velocemente le loro domande di asilo, si scontra con gli ostacoli della magistratura. E mentre la sinistra lamenta le politiche securitarie dell’uno e dell’altro, nessuno considera che c’è chi mette in atto strategie decisamente dure sull’immigrazione nonostante abbia al potere un governo socialista.
Parliamo della Danimarca, patria del welfare, dei redditi elevati e delle auto elettriche e del green. Quarta Repubblica è volata in Kosovo per dare un’occhiata al centro di detenzione che la leader di sinistra, Mette Frederiksen, sta realizzando a migliaia di chilometri da Copenaghen. A circa un’ora di auto da Pristina, infatti, dal 2026 la Danimarca manderà 300 detenuti extracomunitari che non intende tenere nelle proprie galere. Il centro sarà interamente gestito dalle autorità danesi in un’ala del carcere che sta ricevendo le ristrutturazioni necessarie per raggiungere gli standard danesi. Una volta finita la pena, invece che tornare in Danimarca, i migranti verranno rispediti al loro Paese. E tanti saluti.
“Non ci saranno detenuti per motivi di terrorismo o con problemi psichiatrici”, ha spiegato a QR il direttore del servizio carcerario del Kosovo. Né ci saranno cittadini danesi. Solo immigrati, che poi torneranno “in un Paese terzo”. A guadagnarci è la Danimarca, che alleggerisce la pressione sul suo sistema carcerario.
E il Kosovo, che incasserà 210 milioni di euro per 10 anni, più dell’intero budget carcerario. L’opinione pubblica di entrambi i Paesi l’hanno presa bene, il governo socialdemocratico non ha perso consensi e non ci sono giudici che si siano opposti a spostare immigrati criminali altrove.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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