Riparte l'operazione Albania: dopo l'istituzione per decreto dei Paesi sicuri, i centri di Shengjin e Gjadër sono pronti a riaprire le loro porte ai migranti provenienti da una di quelle zone per procedere con le operazioni di asilo accelerate, in ottemperanza allo scopo del progetto. Da lunedì, infatti, la nave Libra della Marina Militare tornerà al largo delle coste dell'isola di Lampedusa, in acque internazionali, per recuperare eventuali migranti idonei a poter essere portati nel Paese balcanico. I centri albanesi sono gestiti dall'Italia e sottostanno alle nostre procedure di asilo, in ottemperanza con le normative vigenti dell'Unione europea.
La nave Libra si posizionerà circa 20 miglia al largo della Tunisia e qui verrà effettuato il primo screening, per valutare chi delle persone recuperate è idonea al trasferimento in Albania. A bordo della nave, così come nella precedente operazione, ci saranno anche operatori Oim per collaborare per il riconoscimento dei soggetti fragili e, in generale, non idonei al trasferimento. Chiunque proverrà da un Paese sicuro e non sarà riconosciuto come fragile potrà essere rimpatriato e, quindi, essere portato in Albania. Gli altri, non vulnerabili e soli, come richiesto dal protocollo europeo, dovranno fare ingresso in Italia.
Il progetto Albania riparte con l'aggravio dell'interpellanza di un giudice di Bologna, Marco Gattuso, alla Corte di giustizia dell'Unione europea, per chiedere se il decreto preparato dal governo italiano possa essere considerato o se, di contro, debba essere disapplicato in quanto l'Italia si è portata avanti rispetto all'Ue. Un tentativo di fermare l'operazione che fa il paio con quello del tribunale di Roma che non ha convalidato il trattenimento in Albania dei primi 14 migranti lì trasportati nel corso della prima missione. L'obiettivo, non dichiarato ma esplicitamente condotto, è quello di fermare in modo definitivo il progetto Albania, al quale per altro guarda l'Europa per prendere spunto e avviare qualcosa di simile su larga scala.
Se i giudici dovessero riuscirci, per la gioia delle opposizioni, partirà l'ennesimo carosello di esultanze, attacchi e tentativi di picconamento dell'esecutivo. Ma il governo non ci sta a veder bloccato il progetto per ragioni politiche e proseguirà nel suo intento, perché convinto della bontà della soluzione.
Servono soluzioni innovative per un fenomeno vecchio ma evoluto e non si può continuare a gestire l'immigrazione come si è fatto finora, perché è davanti agli occhi di tutti che il sistema, così com'è ora, ha fallito, sia in Italia che in Europa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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