Montecitorio rivede gli stipendi, al ribasso. In tempi di spenging review anche i burocrati della Camera sono costretti a fare dei sacrifici. Non moriranno di fame, però. Perché più che a un taglio andranno incontro a una micro sforbiciata, sensibile ma pur sempre micro. La proposta sull’introduzione del tetto di 240mila euro agli stipendi del personale di Montecitorio sarà, infatti, pronta entro il mese di giugno. Un'operazione dimagrante che stanno portando avanti, di pari passo, anche a Palazzo Madama. Durante la riunione dell’Ufficio di presidenza di Montecitorio, la vicepresidente della Camera Marina Sereni (Pd) ha infatti assicurato che già la prossima settimana ci sarà un nuovo incontro con i referenti di palazzo Madama, per arrivare entro fine mese a presentare una proposta coordinata tra le due Camere.
Non soltanto il personale rientrerà nel piano di spending review di Montecitorio. Alla Camera si sta, infatti, valutando di intervenire sulle indennità e sui vitalizi degli ex deputati condannati in via definitiva per reati gravi e per i deputati sottoposti a custodia cautelare. Così come preannunciato dal presidente del Senato, Pietro Grasso, oggi durante la riunione dell’Ufficio di presidenza di Montecitorio, anche la presidente della Camera Laura Boldrini ha affrontato la questione, ritenendola "meritevole di approfondimento" e affidando ai Questori un’istruttoria sul tema. Dieci giorni fa, dopo il caso Genovese, i Cinque Stelle avevano avanzato la richiesta di sospendere l’erogazione delle indennità nei confronti di quei deputati sottoposti a custodia cautelare.
Un’approfondimento, sempre affidato ai Questori con il compito di svolgere un’istruttoria, sarà fatto anche su un’altra proposta, all'esame attualmente anche del Senato: la cessazione dell’erogazione del vitalizio e del trattamento previdenziale per gli ex deputati condannati in via definitiva per reati gravi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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