Le polemiche sula strage di Bologna non sembrano destinate a spegnersi rapidamente. L'intervento di Federico Mollicone, deputato Fdi e presidente della Commissione cultura alla Camera, su La Stampa ha generato reazioni dalle opposizioni. Dalle colonne del quotidiano, l'onorevole ha ribadito che, come ha detto Giorgia Meloni, "le sentenze hanno rilevato la matrice neofascista" e vanno rispettate, "ma bisogna capire se le sentenze hanno rispettato le garanzie processuali. Qualsiasi tecnico super partes lo confermerebbe".
A detta dell'onorevole "si cerca di creare un teorema come è accaduto a Berlusconi per decenni facendolo diventare addirittura il referente della mafia" e per questo "non possiamo accettare come dogmi sentenze che non stanno rispettando le garanzie di un giusto processo. È ora di farla finita con questa ipocrisia". A Mollicone hanno replicato diversi esponenti del Partito democratico, tra i quali il segretario Elly Schlein: "Ci voleva uno come Mollicone, dopo due giorni del solito vittimismo di Giorgia Meloni, per confermare che nel suo partito c'è chi tenta di riscrivere la storia negando le responsabilità dei neofascisti accertate dalle sentenze. È molto grave che in questa triste giornata, a 50 anni dalla strage neofascista dell'Italicus, dai banchi istituzionali della destra di governo vi sia ancora il tentativo di inquinare la memoria di quella stagione". E poi, Simona Malpezzi, secondo la quale "Giorgia Meloni ha il dovere di farci sapere cosa ne pensa delle gravi dichiarazioni del presidente della commissione cultura di FdI". E ancora, sempre da X, il senatore dem Filippo Sensi sostiene che l'intervista di Mollicone "lascia senza parole. Come senza parole lascia che questa assurdità sia diventata la versione dei fatti del partito di maggioranza relativa, del governo e della premier. Una doppiezza offensiva".
L'ex governatore della Regione Emilia-Romagna, ora eurodeputato, Stefano Bonaccini, ha dichiarato che "Mollicone ribalta la storia e sovverte i fatti, denunciando pubblicamente gli stessi atti della magistratura. Davanti a questo ennesimo tentativo di riscrivere la storia contro tutto e tutti, non spetta più a noi smentirlo, ma direttamente a Giorgia Meloni". Quindi, ha aggiunto, "la presenza di Mollicone nell'aula di Montecitorio è già in sè uno schiaffo alla dignità del Parlamento e la sua permanenza alla presidenza di una commissione autorevole come quella della Cultura e dell'istruzione della Camera è impossibile". Per questa ragione, conclude Bonaccini, "se Meloni non lo toglie da lì e non lo caccia dal suo partito significa che ne condivide le affermazioni eversive. Saremmo allora di fronte a un problema decisamente più grave".
Dal M5s, il deputato Gaetano Amato definisce "allarmante e delirante" l'intervista di Mollicone e aggiunge: "Ci piacerebbe sapere cos'hanno da dire Giorgia Meloni e il ministro Sangiuliano. Condividono le tesi di Mollicone e la sua è la posizione ufficiale di FdI? Non scappino e rispondano". Il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, colloca l'onorevole Mollicone "tra gli squadristi che alla Camera aggredì il deputato Donno".
Per questo, aggiunge, "non stupiscono dunque le frasi sulla strage di Bologna. Meraviglia che presieda ancora una Commissione. Forse è più chiaro perché non rinunciano alla fiamma. La puzza di fascismo non si cancella con una grisaglia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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