Da Montezemolo a Riccardi, i centristi sono in fibrillazione

I centristi lavorano alle liste a sostegno di Monti: potrebbero essere due. Ma non c'è ancora nulla di concreto. Riccardi assicura: "Noi alternativi alla sinistra"

Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini
Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini

Sebbene Mario Monti sia stato incoronato leader del futuro governo da un endorsement corale che va dai poteri forti dell'Eurozona all’Economist, ad oggi una lista a sostegno del Professore non c'è ancora. Ieri sera il ministro Andrea Riccardi, Pier Ferdinando Casini, Luca Cordero di Montezemolo ed Andrea Olivero hanno convenuto che fosse meglio attrezzarsi per una raccolta di pre-firme, anche se non si può siglare liste in assenza di un nome, di un simbolo e del candidato. In attesa delle decisioni di Monti, hanno pensato di raccogliere elenchi di nominativi di persone che, al momento opportuno, siano disponibili ad andare effettivamente a mettere una firma per "Verso la Terza Repubblica". Un escamotage che diventerebbe utile nel caso in cui fosse necessario procedere a sostegno di Monti con una formazione a "tre gambe" che vede, fianco a fianco, il Terzo Polo, il movimento di Montezemolo e i "montiani" del Pdl che, domani, dovrebbero uscire allo scoperto alla convention di "Italia Popolare".

Gli accordi sulla lista unica non sono affatto chiusi. "Ci sono tanti che hanno creduto nella rivoluzione liberale del ’94 e che negli anni si sono allontanati, come me, per una questione di fondo, perché i loro valori non erano in vendita", ha spiegato Casini in una intervista al Corriere della Sera ribadendo la necessità di costruire un nuovo centro che sostenga le politiche iniziate l'anno scorso dai tecnici. Tuttavia, Casini continua a insistere perché anche Gianfranco Fini sia della partita, sebbene Montezemolo sia profondamente contrario temendo di perdere i voti del Pdl in libera uscita. Non solo. Mentre il leader dell'Udc si tiene ancora una porta aperta con il Pd di Pier Luigi Bersani, Riccardi ha detto chiaramente che lo schieramento a sostegno di Monti deve essere "alternativo" alla sinistra. "Questa idea del rassemblement nasca dall’esperienza che stiamo facendo nella società italiana - ha spiegato il ministro in una intervista a Repubblica - il governo dei tecnici ha riacceso la voglia di fare politica della società civile". Su un punto, tuttavia, sia Riccardi sia Casini si sono trovati d'accordo, ovvero che la ricetta proposta da Monti non è compatibile con quella di Silvio Berlusconi. Di tutt'altro avviso è, invece, Franco Frattini che punta, invece, a costruire "una federazione di liste che concorrano tutte insieme al successo" del Professore.

Il vertice dei montiani, galvanizzati dal blitz europeo di Monti, è stato ancora interlocutorio. Cosa incredibile, visto che tra una settimana le Camere potrebbero essere sciolte così come la riserva del Professore. Secondo indiscrezioni, il progetto potrebbe essere definito il 22 dicembre quando la lista "Verso la Terza Repubblica" si dovrebbe trasformare in quella Monti, apparentandosi così con l'Udc. Casini sta, infatti, lavorando alla convention del 20 dicembre e continua a nutrire ottimismo sulla possibilità di una convergenza dei centristi su Monti.

Resta, comunque, il timore che il Professore possa, infine, optare per un ruolo super partes o scegliere un endorsement soft predisponendo magari un documento, una sorta di bussola europeista e riformista far sottoscrivere ai moderati. In questo modo, però, Monti sarebbe un mero esecutore del completamento delle riforme dell'attuale esecutivo.

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