Alla fine è riuscito a sdoganare anche il Pci. Il Professore, smesso il Loden, nella foga di raccattare voti, ha indossato l'eskimo ed è passato alla riabilitazione della "gloriosa storia" del Partito Democratico. Sì, proprio gloriosa. Il premier tecnico ha scelto proprio questa parola. Alla faccia della sua presunta moderazione e della storia, tragica, del comunismo.
Patto segreto o incontri clandestini, poco importa. Monti e Bersani continuano a flirtare pubblicamente in vista di un eventuale inciucione. Ora il premier prende pubblicamente le difese del leader democratico: "Ha torto Berlusconi a dire che c’è un pericolo comunista. Il Pd ha una storia gloriosa (sic, ndr) comunista dalla quale si è andato gradualmente affrancando. All’inizio per esempio non ha appoggiato la costruzione europea, recentemente sì". Insomma, Monti garantisce per il suo futuro alleato: nessun pericolo di comunismo. Ma anche se fosse - par di capire - l'unico problema sarebbe l'antieuropeismo. Per il resto è tutta gloria che cola... Certo, gli amici degli amici sono in qualche modo amici e se non sono amici sono almeno alleati, ma su Nichi Vendola il professore non dice una parola. Non conviene. E poi, tanto per cambiare, attacca ancora il Cavaliere: "Mentre dall’altra parte quella che doveva essere una rivoluzione liberale non è stata né rivoluzionaria né liberale". Così il professore riesce nell'impossibile: paragonare il berlusconismo al comunismo. Ma il vocabolario del Monti elettorale riserva altre altezzose e superbe sorprese.
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