M5S, scoppia il caso Sardegna: "Metodi da Politburo"

Nuovo terremoto in casa 5 Stelle. Scoppia il caso Sardegna: "Assemblea regionale a porte chiuse"

Il comico Beppe Grillo
Il comico Beppe Grillo

Beppe Grillo prosegue il suo silenzio, che romperà domani in piazza della Libertà a Parma. Intanto all'interno del Movimento 5 Stelle continuano gli scontri. Dopo Giovanni Favia, il consigliere regionale che due settimane fa ha scatenato un putiferio tra i grillini con il fuori onda a Piazza pulita in cui poneva un problema di democrazia all'interno del movimento, nasce anche in Sardegna un "caso M5S" con alcuni militanti che si schierano contro i membri delle liste che hanno partecipato alle scorse elezioni comunali.

La protesta si allarga a macchia d'olio. Le spine nel fianco si moltiplicano. E Beppe Grillo difficilmente riesce ad arginare una rivolta che riesca realmente di destabilizzare il movimento. Della serie: non sono riusciti ancora a mettere le mani nei e sui palazzi romani che già danno di matto. Come si legge sull'Unità, potrebbe bastare il post "Piccoli Favia (e Tavolazzi) crescono..." a scuotere nuovamente l'universo grillino come è, appunto, già accaduto con Favia e il fuorionda in cui il consigliere regionale accusava Grillo per la gestione tirannica di Gianroberto Casaleggio e per l'espulsione di Valentino Tavolazzi. Pubblicato sul Furum di Beppe Grillo (sezione “Connettività”), il post dei dissidenti sardi è l'ennesima denuncia della gestione “partitocratica” del movimento in Sardegna. Laddove per "partitocratica", nel linguaggio dei grillini, s'intende deleteria e ladra.

Stando alle accuse mosse dai "ribelli" grillini, le tre liste civiche della Sardegna (Alghero, Sennori e Quartucciu) avrebbero organizzato la prima assemblea regionale del M5S "in perfetto stile partitocratico con tanto di Regolamento di partecipazione molto dettagliato e selettivo e svolgimento dei lavori rigorosamente a porte chiuse".

"Scopo dell’assemblea regionale e, tra le altre cose, la costituzione del gruppo regionale (direzione politica?), di strumenti di controllo degli attivisti (Gestapo?), creazione di un comitato esecutivo (Politburo?)", scrivono ancora i contestatori accusando la lista civica di Cagliari (con Emanuela Corda candidata a sindaco) di aver fondato un'associazione "con gli altri candidati trombati" nonostante abbia perso le elezioni, "senza cioè avere eletti in consiglio comunale". Insomma, è l'accusa dei ribelli, hanno messo su una vera "organizzazione politica« con tanto di logo e sito".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica