«Nano», «non sai lavorare» Rissa Della Valle-Elkann

Capita di sentire anche questo, nell'aia del misero capitalismo italiano. Che John Elkann, l'erede dell'Avvocato al vertice Fiat, definisca «nano» (industrialmente parlando) un imprenditore come Diego Della Valle, insieme con la sua Tod's. E che questi, offeso, replichi invitandolo nella sua fabbrica, «così potrà imparare cosa (...)

(...) vuol dire lavorare per davvero». E via così, in uno scambio a distanza che ha ieri ravvivato la giornata finanziaria. Naturalmente lo sfondo è quello di Rcs, la società editrice del Corriere della Sera, di cui Fiat è il primo socio con il 20,5% e Della Valle il terzo con l'8,9% (in mezzo c'è Mediobanca al 14,9%). Mr Tod's ha appena scritto una lettera al cda di Rcs, guidato dall'ad Pietro Scott Jovane, contestando le ultime operazioni del gruppo (l'aumento di capitale, l'alleanza con la concessionaria della Stampa Publikompass e la vendita della sede di via Solferino) e sta per chiedere un'azione di responsabilità contro gli amministratori.
L'accusa, diretta a Jovane, è quella di gestire l'azienda per conto di Elkann e di Giovanni Bazoli, eminenza grigia dell'azionariato Rcs tramite la quota detenuta da Intesa. E questa iniziativa non è evidentemente andata a genio a Elkann. Non garba, al presidente Fiat, che Rcs passi per azienda colabrodo, mal gestita per le scelte sbagliate di alcuni soci e di Jovane. Così ieri, cogliendo l'occasione di una presenza pubblica per la Fondazione Agnelli, ha svuotato il caricatore che aveva portato con sé: «Non posso pensare che Della Valle abbia preoccupazioni su Rcs, penso che la Tod's lo preoccupi: va male, è giù del 20% da inizio anno. Rispetto ai suoi concorrenti Prada, Armani, Lvmh e Kering è un nano. Un'azienda di dimensioni piccole e non sta andando bene».
Stoccata pesante che Elkann ha studiato senz'altro a tavolino. Peraltro in buona compagnia perché sono diversi gli analisti che, dopo i dati preliminari delle vendite 2013 di gennaio, ritenuti deludenti e inferiori alle attese, hanno abbassato le stime sul titolo Tod's. Il quale, dai massimi del luglio scorso, ha ceduto un terzo del proprio valore, da 144 a 97 euro per azione. E che in Borsa, in effetti, capitalizza meno di 3 miliardi contro colossi quali Lvmh (66 miliardi) Richemont (41) o Hermes (25).
Apriti cielo: la replica di Della Valle arriva più tardi, con una nota scritta. «Leggo che Yaki, al ritorno da un lungo weekend, ha fatto dichiarazioni trattando un argomento che notoriamente non conosce, quello del mondo del lavoro e delle imprese che vanno bene, dicendo alcune fesserie». Un inizio tosto, che prosegue poi con un invito a visitare Tod's «che non ha mai fatto cassa integrazione» e dove Elkann «potrebbe anche rimanere per uno stage, visto che ha molto tempo libero, così potrà imparare cosa vuol dire lavorare per davvero». E poi, più in generale, gli Agnelli: «Le mie sono critiche rivolte ad una famiglia che ha avuto e preso tutto quello che ha voluto dall'Italia e dagli italiani» e che nel momento del bisogno «è scappata nella penombra. Chi si comporta in questo modo non merita nessun rispetto».


La palla, ora, tornerà in Rcs dove Della Valle vuole vedere quanti soci stanno dalla sua parte nel criticare Jovane. L'azione di responsabilità, che va proposta in assemblea, ne sarà la cartina di tornasole.

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