Napolitano detta l'agenda a Letta: "Ora il governo faccia le riforme"

Il capo dello Stato plaude alla fiducia e invoca l'unità della maggioranza: "Occorre fare le riforme, anche del porcellum"

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Da giorni ha subito, senza muovere un dito, gli attacchi e le critiche di Matteo Renzi. Adesso il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è tornato a rivendicare la fiducia al governo e a chiedere maggiore impegno per le riforme costituzionali. Dal momento che l'Italia "stenta più di altri" a muoversi verso la crescita, ha lanciato un nuovo appello all'unità: "Conta in modo decisivo l’operare del governo e del parlamento, del mondo del lavoro e delle imprese, in una direzione univoca, col massimo di concretezza e unità". "Al procedere delle riforme istituzionali ho legato il mio impegno all’atto di una non ricercato rielezione a presidente", ha ribadito Napolitano confermando di portare avanti l'impegno finché sarà "in grado di reggerlo e a quel fine".

Nonostante l’Italia "stenti" ad agganciare la ripresa "possiamo e dobbiamo tutti trasmettere, non retoricamente, motivi di fiducia su cui fondare un nuovo spirito di iniziativa, un nuovo slancio produttivo e competitivo". Napolitano ne è fermamente convinto. Tanto che oggi, dal Quirinale, è tornato a ricordare che è "ancora in corso nell’Eurozona il faticoso processo di consolidamento delle finanza pubbliche e di un rilancio fondato su riforme e innovazione". Da qui la necessità di portare a termine quelle riforme su cui sono state impostate le larghe intese che hanno portato Enrico Letta a Palazzo Chgi. Alla cerimonia di consegna delle insegne ai cavalieri del Lavoro, Napolitano ha detto chiaramente che occorre "andare avanti" a fare le riforme economiche e quelle "politiche e istituzionali da tempo riconosciute necessarie". A partire dalla legge elettorale e dalla revisione della seconda parte della Costituzione. Proprio per questo, a detta del capo dello Stato, con il recente voto di fiducia al governo Letta il parlamento ha evitato che "si aprisse in Italia un vuoto politico, un nuovo periodo di grande incertezza e paralisi decisionale". "L’imperativo è mantenere i nervi saldi, portare avanti in tutti i campi lo sforzo indispensabile, che non può, non deve essere messo a rischio da particolarismi e irresponsabilità", ha continuato parlando al Quirinale delle "sfide ed emergenze" che investono l’Italia.

Dal Pdl non sono mancate critiche all'appello lanciato da Napolitano. A muoverle è stato Sandro Bondi secondo il quale le riflessioni e le raccomandazioni del capo dello Stato sono "il metronomo della politica italiana".

"Francamente comincio ad avere seri dubbi sull’utilità di questo ruolo esercitato da Napolitano nella convinzione di guidare dall’alto l’Italia verso l’uscita dalla crisi - ha spiegato il senatore azzurro - conseguenze di questo metodo non sono affatto incoraggianti".

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