"Sono qui per vedere e ascoltare". Ha iniziato così il suo discorso a Bologna il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, giunto alla sede della Regione Emilia-Romagna per incontrare gli amministratori delle zone colpite dal sisma. Il presidente ha poi visitato i luoghi del terremoto per toccare con mano il dramma patito dalla popolazione.
Davanti a sindaci, presidenti delle Province e delle Regioni terremotate Napolitano fa sentire il proprio incoraggiamento: "Lo Stato è qui". Quello che è successo, ha detto il Capo dello Stato, "è qualcosa di molto grave per la pluralità e vastità delle dimensione che ha colpito al cuore un’ area di molteplici eccellenze, storiche, artistiche e religiose, per il grado di sviluppo economico e sociale e per i livelli di civismo e capacità della vita associata. Dobbiamo avere l’obiettivo di salvaguardia di tutto questo".
Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha tenuto a ribadire che in Emilia "nessuno chiede assistenzialismo" e "non si pratica lo sport di passare di mano il cerino acceso".
"L'Emilia si rialzerà"
"Voi siete gente forte - ha detto Napolitano ai terremotati della tendopoli di Mirandola, nel Modenese -. Sono sicuro che l’Emilia debba riuscire a rialzarsi in piedi e sono sicuro che l’Emilia si rialzerà". Napolitano si è emozionato guardando i terremotati negli occhi. Si è detto sicuro che gli emiliani sono gente che hanno fatto della coesione sociale un punto di forza e quindi sapranno "ricostruire insieme" ciò che è stato distrutto dal sisma.
"Darò la sveglia ai politici"
Al campo di accoglienza Friuli a Mirandola, dopo aver assicurato la vicinanza di tutto il governo e delle istituzioni, il Capo dello Stato ha detto che governo e parlamento - attraverso il decreto per la ricostruzione - sono impegnati in
prima persona a fianco delle istituzioni locali. Poi con una battuta ha detto che si impegnerà in prima persona. In che modo? Lo ha spiegato lui stesso: "Casomai qualcuno si distraesse, io posso dargli la sveglia e lo farò".
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